Cronaca

Racchetti Da Vinci,
il reclamo contro
la settimana corta

Si infoltiscono le proteste contro l’adozione della settimana corta da parte del liceo Racchetti – Da Vinci. Contro il provvedimento – che prevede di strutturare il calendario scolastico su 5 giorni anziché 6 – è stato sporto un reclamo ufficiale sottoscritto da 193 genitori degli studenti iscritti all’istituto. Nel documento  i firmatari chiedono di revocare la delibera del 26 novembre scorso, che modifica l’orario settimanale per il prossimo triennio ma violerebbe alcune normative.

MOTIVAZIONI – Rispetto alle motivazioni che sostengono l’adozione della settimana corta, scrivono i genitori, “il provvedimento in questione (la delibera, nda), fondandosi sull’unico spunto motivazionale costituito da un’ipotetica comunicazione informale della Provincia di cui nemmeno al Consiglio di istituto stesso è stato dato modo di conoscere e verificare la reale esistenza, il contenuto, la provenienza e l’attendibilità, di fatto non risulta affatto motivato e viola pertanto la normativa ed il principio in rubrica”.

ESAUTORAZIONE – Oltre al merito, le perplessità dei genitori concernono anche il metodo: “il dirigente scolastico non ha avvisato, interpellato o coinvolto a qualsiasi titolo il collegio docenti, gli organismi e le associazioni né dei genitori né degli studenti. Come se non bastasse, l’utilizzo del termine tecnico-giuridico ratifica nell’oggetto testuale della delibera (ratifica calendario scolastico su cinque giorni settimanali) lascia intendere che anche il Consiglio di Istituto sia stato di fatto esautorato dal proprio ruolo decisionale e partecipativo attivo, trovandosi chiamato semplicemente ad approvare decisioni già prese”.

CRITICITÀ – Secondo i firmatari, rimodulando l’orario scolastico su 5 giorni, gli studenti si troverebbero a “rinunciare a una parte significativa del tempo ora a disposizione per lo studio individuale quotidiano” e la sesta ora di lezione subirebbe un calo della qualità: “è evidente che gli studenti sarebbero stanchi, deconcentrati, poco partecipi”. Non mancano criticità riguardo ai rientri pomeridiani, ma ancor più preoccupante è che “terminare l’attività scolastica il venerdì porterebbe ad un anticipo del fine settimana con potenziali ripercussioni a livello sociale e di gestione delle dipendenze”.

STRASCICHI – Anche per l’associazione Retescuole il percorso che ha portato all’adozione della settimana corta è “inopportuno”. Tuttavia, spiegano, “pensiamo che la vicenda debba essere risolta interamente all’interno dell’istituto attraverso il confronto e la discussione democratica”. Secondo Retescuole, l’iter avrebbe dovuto comprendere la discussione in collegio docenti, una consultazione referendaria tra le famiglie, tra gli studenti e una discussione in Consiglio d’istituto. “Così non è stato – concludono – e le conseguenze porteranno strascichi sia fra i rapporti con le varie componenti sia nel clima che in questi giorni si respira fra le aule dei vari plessi”.

[Clicca su link per visualizzare la Lettera di reclamo]

Stefano Zaninelli

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