Cronaca

Crema, le proteste
per l’autovelox sono
“del tutto fuori luogo”

A far da contraltare ai cittadini insoddisfatti dell’autovelox sulla tangenzialina – sono oltre mille le firme raccolte dal M5S per la rimozione, protocollate nei giorni scorsi al Comune di Crema – la testimonianza di Fiorenzo Gnesi, che punta il dito contro l’insensibilità alle regole, dunque anche ad un limite di velocità. Di seguito il contributo integrale.

Percorro la tangenziale di Crema quattro volte al giorno praticamente per l’intera sua lunghezza (Crema Est-Crema Ovest). Non ho (ancora) preso una multa dall’autovelox messo (per decisione della giunta Bruttomesso, anche se concretizzata dall’attuale: anche questo va detto…) lungo la tangenziale. E come me centinaia, migliaia di automobilisti e camionisti che percorrono giornalmente quel tratto di strada. Perché? Semplicemente perché rispettano il limite di velocità, che lungo la tangenziale è di 70 km/ora.
Naturalmente potrebbe capitarmi di incappare nell’infrazione. Se accadrà, sarà solo per distrazione, perché, è vero, è piuttosto difficile “tenere” l’auto nel limite imposto. E se accadrà non sarò certo contento, ma potrò incolpare solo me stesso, perché il limite è chiaro, l’impianto è ben segnalato, il traffico molto spesso non consente di andare più veloce. Dunque le proteste contro quell’autovelox mi sembrano del tutto fuori luogo, e le firme raccolte dal M5S per chiederne la disinstallazione mi appaiono come la più tipica manifestazione del “non nel mio giardino”.
Cerco di spiegarne le ragioni. I promotori della raccolta affermano di non essere contrari agli autovelox in toto, ma a questo sì, perché messo lì “unicamente per far cassa”.
Oh bella! Il limite di velocità c’è, in tangenziale, da sempre. E’ perfettamente legittimo, anche se anch’io lo ritengo un po’ esagerato. Anche l’installazione dell’autovelox è perfettamente legittima, e per di più la sua posizione così vicina alla stazione di servizio, fonte di possibili rischi, la rende anche più utile. Allora: se c’è una regola, va rispettata, e se non lo si fa si rischia di incappare nelle sanzioni previste, in questo caso, dal Codice della strada.
Devo anche ammettere che non mi disturba affatto che le punizioni pecuniarie versate dagli automobilisti indisciplinati possano servire a rendere meno onerosi per il Comune e per la Provincia, cioè in definitiva per i cittadini e anche per me, certi servizi e certi investimenti. Se questo è “far cassa”, ben venga!
Ma lo scopo principale dell’autovelox è ridurre la velocità di percorrenza della tangenziale e, con ciò, la rischiosità di quel tratto di strada. Ci riesce? Per l’esperienza che ho io, negli orari in cui la percorro, direi certamente di sì. Si dirà: ma ci sono altri tratti ben più pericolosi dove mettere tali impianti. Vero. Ma che cosa si scatenerebbe se il territorio venisse disseminato di autovelox? Inoltre la tangenziale è senza dubbio fra i tratti stradali più trafficati.
Perché allora dà tanto fastidio? Forse perché siamo in Italia e, come sempre, siamo insofferenti alle regole che ci riguardano da vicino: vanno benissimo gli autovelox, ma altrove, preferibilmente su strade che noi non percorriamo mai! Un concetto di libertà un po’ anarchico, che somiglia molto al “fatti i c….i tuoi” di un politico reso famoso da Crozza.
Credo, concludendo, che invece di protestare e proporre azioni contro un impianto che, lo si voglia o no, aumenta la sicurezza degli automobilisti, si potrebbero proporre azioni per, ad esempio, modificare il limite dei 70 km/ora che sembra incongruo su un tratto di strada relativamente recente e mediamente mantenuto rispetto ad altri ben più stretti, curvilinei e insicuri dove il limite è posto a 90. Oppure, per fare un altro esempio, che venga ulteriormente segnalato, insieme alla presenza dell’autovelox, anche il limite di 70km/ora, per evitare le paure eccessive di quegli automobilisti che, per non saper né leggere né scrivere, riducono la velocità al di sotto dei 50, a volte molto al di sotto. O ancora, se proprio si è bruciati dal fuoco sacro, per chiedere un migliore controllo sociale della destinazione dei proventi delle sanzioni. Queste, mi pare, sarebbero azioni civiche positive e anche, se mi permettete, educative. La protesta contro l’autovelox, la richiesta di disinstallarlo, al contrario, mi sembrano un lisciare il pelo al vecchio andazzo per cui “le regole? ma chi se ne frega”. Odio usare parole che ritengo ormai fruste, ma in questo caso non posso esimermi: pura e semplice demagogia
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