Politica

Crema Smart parking,
dal Consiglio via libera
alla seconda fase

Via libera alla seconda fase del progetto Crema smart parking. Con 13 voti a favore, 5 contrari e 4 astenuti, il Consiglio comunale ha approvato lo schema del contrato di servizio, entrando così nel vivo della procedura di affidamento del servizio di gestione della sosta veicolare a pagamento.

IL PROGETTO – Come illustrato dall’amministrazione lo scorso maggio (qui la relazione del progetto Smart parking), il progetto si sostanzia in una serie di migliorie per l’efficientamento e l’evoluzione tecnologica del servizio di gestione dei parcheggi a pagamento. Totem e pannelli d’informazione; sensori ad ogni stallo per monitorare gli spazi liberi; possibilità di pagamento tramite smartphone: sono solo alcune delle iniziative di cui il futuro gestore doterà il sistema di sosta a pagamento cittadino.

FASE DUE – Il passaggio in Consiglio comunale ha portato all’approvazione dello schema di contratto che regolerà l’affidamento del servizio. Secondo Fabio Bergamaschi, assessore ai Lavori Pubblici, “si va nella direzione di una semplificazione per il cittadino, che ne trarrà anche un vantaggio economico, pagando in base ai minuti effettivi di parcheggio. Il rischio multe diminuirà, potendo monitorare la scadenza e la durata della propria sosta. Infine, con il Pums e l’attestazione dei parcheggi fuori dal centro cittadino, diamo corpo ad un progetto ambizioso che ci allinea alle migliori esperienze europee”.

SERVIZIO APPETITOSO – Pur ammettendo che “il principio è giusto”, il progetto Smart non convince gli esponenti del Movimento 5 Stelle. “Rimaniamo assolutamente perplessi in merito al bando e all’affidamento – ha commentato il capogruppo Alessandro Boldi – in particolar modo ci fa riflettere il numero di soggetti interessati all’affidamento (8): è il sintomo del fatto che si tratta di un servizio appetitoso, e il Comune decide invece di regalare un po’ di città al privato”.

CRITICITÀ – Scetticismo anche tra le frange di Forza Italia, in particolare rispetto alla possibilità di aumento delle tariffe da parte del privato e in merito al canone variabile, senza contare che “rispetto all’informatizzazione del servizio si sarebbe potuto sfruttare il know-how della partecipata Consorzio.it”, ha affermato Simone Beretta. Criticità rilevate anche da Laura Zanibelli, capogruppo Ncd, che ha osservato come “si sarebbero potuti aggiungere altri interessati al bando se si fosse detto sin da subito che il contratto non dura 5 anni ma ne durerà 10; è inoltre difficile votare a cuor leggero, quando si vincola così forte il concessionario a cui verrà affidata la gestione del servizio”.

LE RAGIONI – Critiche rispedite al mittente – compresa quella di Rifondazione Comunista, per cui sarebbe stato meglio sforbiciare qualche capitolo di spesa, invece che alienare un servizio pubblico – con l’intervento di Gianantonio Rossi (Pd): “è impensabile che il Comune possa contrarre mutui da 750 mila euro per un progetto come questo; nemmeno dispone delle risorse umane e logistiche per organizzare un simile lavoro. Inoltre, rispetto al profitto che il privato trae dalla gestione del servizio, è bene ricordare che gli utili del soggetto privato sono sottoposti a tassazione, dunque in un modo o nell’altro ritornano alla comunità”. D’accordo anche Emanuele Coti Zelati (SeL), che rimarca “la distanza di 10 anni che separa la maggioranza, che vuole almeno provare ad efficientare la sosta, i flussi di traffico e ridurre l’inquinamento, e la minoranza”.

Stefano Zaninelli

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