Politica

Teatro S.Domenico,
a settembre rinnovo
del Cda della Fondazione

Mentre la stagione teatrale cremasca sta per iniziare con un cartellone che, date le ristrettezze economiche, non ha voluto puntare su nomi altisonanti, preservando tuttavia  l’alto livello degli spettacoli, la città si interroga sul futuro del teatro, in  particolare della Fondazione San Domenico.
L’occasione è fornita su un piatto d’argento dal rinnovo del Cda  della Fondazione, il cui mandato sta per scadere.  Attualmente a presiederlo, Gianni Marotta, ma entro settembre dovranno essere ufficializzate le nomine del nuovo Cda.
Dichiarata la non disponibilità di Gianni  Marotta, che ritiene concluso il suo mandato, il  toto nomi sul futuro presidente del San Domenico si è già scatenato. Il dibattito si è  acceso in città  a cui non si sottrae il mondo politico.
Il consiglio comunale infatti delega tre rappresentanti  a sedere nel consiglio d’amministrazione. Trattandosi di un Ente chiamato a dare un’impronta  culturale alla città,  l ‘auspicio, da parte di tutti, è  che le ingerenze politiche  pesino il meno possibile sulla scelta di chi guiderà la Fondazione, privilegiando curriculum, idee  e competenze. In pole position, tra i candidati papabili a guidare il teatro, c’è Giuseppe Strada, ex preside dell’Istituto Pacioli di Crema, accreditato dal  centrosinistra.
La militanza di Strada a livello politico è nota a tutti, essendo stato consigliere comunale ed esponente del Partito Comunista;  per questo dalle file del centrodestra, pur riconoscendo al dirigente scolastico apprezzabili doti da manager per il livello d’avanguardia raggiunto dal Pacioli, la richiesta è che si trovi un nome meno caratterizzato politicamente, una rosa di nomi condivisa che sappia unire, più che dividere. Era circolato anche il nome di Pietro Martini, presidente del Rotary Club San Marco, apprezzato dal centrodestra, ma la logica degli schieramenti politici  lo ha fatto immediatamente desistere e ritirare.
Al di là dei nomi, il futuro presidente della Fondazione, che deve amministrare teatro e istituto Musicale Folcioni, non avrà un compito facile. La prima sfida sarà quella di far quadrare i conti perché  sono diminuiti i contributi pubblici: dal Comune di Crema, quest’anno, sono stati decurtati oltre 50mila euro; ma mancano all’appello anche i contributi della provincia di Cremona  e della Camera di commercio.  La ricerca degli sponsor privati sarà condizione inevitabile per mantenere la stagione teatrale a Crema.

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