Economia

Consorzio casalasco Pomodoro
ingloba i piacentini di A.r.p.
Nasce colosso della salsa

Nasce lungo il Po, sull’asse dei campi fra Cremona e Piacenza, il colosso italiano del pomodoro. Il Consorzio Casalasco di Rivarolo del Re (Cr) – spiega Coldiretti Lombardia – ha infatti concluso la fusione per incorporazione di A.R.P. (Agricoltori Riuniti Piacentini) creando la prima realtà italiana e la terza a livello europeo nel settore dell’oro rosso, con una produzione di 550 mila tonnellate, 7 mila ettari coltivati, 370 aziende agricole associate, 1.300 dipendenti, cinquanta linee di produzione e un fatturato di 270 milioni di euro. “Si tratta – afferma Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – di un’operazione che porta valore a un settore strategico del Made in Italy e che lo rafforza anche in un’ottica internazionale perché mette insieme due realtà di eccellenza, quella piacentina e quella cremonese, di grande tradizione e che adesso avranno l’opportunità di crescere ancora portando beneficio alle aziende agricole, ai consumatori e al nostro Paese”.

“Oltre ai numeri e ai valori economici espressi – evidenzia Paolo Voltini, Presidente del Consorzio Casalasco del Pomodoro e di Coldiretti Cremona – questa aggregazione rappresenta un’importante dimostrazione di maturità e consapevolezza del mondo agricolo, che accetta le sfide del mercato, agendo da protagonista con visione strategica.”

Il Consorzio Casalasco – spiega Coldiretti Lombardia – è una realtà che, ad esempio, è presente in Germania, Emirati Arabi, Russia e Stati Uniti con i suoi prodotti Pomì, ma lavora anche nel settore del “private label” (i prodotti distribuiti con i marchi di altre catene, ndr.) agroalimentare. Mentre A.R.P. è una società cooperativa che opera da oltre mezzo secolo nella coltivazione, trasformazione e distribuzione dei derivati del pomodoro in provincia di Piacenza. Il via libera all’alleanza è stato dato da due assemblee dei soci (l’ultima nella tarda serata di ieri) che hanno sancito la nascita di un gruppo che si porrà, per capacità produttiva, al quindicesimo posto a livello mondiale, appena dietro le principali realtà californiane, cinesi e spagnole (i principali concorrenti dell’Italia sul mercato della salsa).

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