Cronaca

Arrivati a Chieve altri profughi
Il sindaco fa appello alla calma

Foto Sessa (di repertorio)

Cresce la tensione attorno all’accoglienza dei profughi a Chieve, nella struttura privata che si è resa disponibile accordandosi direttamente con la Prefettura e senza che il sindaco, Davide Bettinelli, ne fosse stato informato. Un nuovo gruppo di richiedenti asilo è giunto nel tardo pomeriggio di domenica 26 luglio, andando ad aggiungersi ad altri già ospitati nella struttura privata e portando quindi  il numero complessivo a 36. Così il sindaco Bettinelli, dalla sua pagina Facebook, descrive la situazione nella tarda serata di domenica: “Nel pomeriggio sono arrivati altri immigrati i quali giunti a Chieve sono stati convinti da chi già era alloggiato a non scendere dal pulmino perché, secondo loro, non avevano cibo e le condizioni di alloggio lasciavano a desiderare. Di qui l’intervento delle forze dell’ordine  (…) Mi fermo qui perché il resto è una serata lunga e tesa. Un appello ai miei concittadini: sono sicuro che domani sera la manifestazione sarà pacifica e si potrà far sentire il nostro disappunto in modo fermo ma civile. Ho fiducia in voi. Vi ricordo che mercoledì 29/07 alle 21:00 terremo un Consiglio comunale aperto con possibilità di intervento da parte di tutta la cittadinanza che invito fin da ora a partecipare”.

Ieri l’altro, il deputato di Sel Franco Bordo era intervenuto a proposito del caso di Chieve: “Apprendo – scrive Bordo direttamente al Prefetto Picciafuochi – dell’ipotesi di accoglienza di 35 profughi inviati dalla S.V. presso il comune di Chieve. Come è noto la mia posizione personale e quella del partito che rappresento è sempre stata, e continua ad essere, tesa verso il massimo impegno nella direzione dell’accoglienza. Sono, con Lei, certamente cosciente delle difficoltà che tale accoglienza spesso comporta (aggravate dal fatto che, a livello nazionale, manca un piano coordinato e complessivo, ragion per cui Lei e i Suoi colleghi siete, di fatto, lasciati soli) e di come una parte dei cittadini, magari fomentati da irresponsabili azioni politiche, non siano disponibili ad ospitare, seppure temporaneamente, delle persone nei pressi del proprio luogo di residenza. Alla luce di ciò e al fine di evitare un effetto paradossale per cui quello che dovrebbe essere uno stimolo positivo, opssia aiutare chi è in difficoltà, si tramuta in un motivo per scacciare proprio coloro verso i quali la Sua azione è indirizzata, sono a chiederLe di valutare di ridurre il numero di persone inviate presso il comune di Chieve che conta poco più di 2000 abitanti. RingraziandoLa, fin da subito, per la Sua attenzione e disponibilità colgo l’occasione per esprimere i sensi dei miei rispetti oltre che renderLe nota la mia disponibilità per le questioni in cui Lei vorrà ritenere utile coinvolgermi”.

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