Economia

Koch, produzione bloccata e sciopero
a oltranza contro la chiusura di Bagnolo
Si muove la politica: ‘Coinvolgere Roma’

AGGIORNAMENTO – Dopo l’annuncio, da parte della multinazionale texana, di voler chiudere lo stabilimento produttivo della Koch di Bagnolo Cremasco, i lavoratori, stamane, hanno bloccato la produzione e dichiarato sciopero a oltranza. Del caso si stanno interessando i politici, che lo porteranno all’attenzione del Governo. Tra questi la deputata cremasca del Pd Cinzia Fontana, che sulla questione annuncia: “Pronta l’interrogazione al Ministero dello Sviluppo economico e a quello del Lavoro per chiedere di ritirare la procedura unilaterale decisa nei giorni scorsi dalla Koch Heat Transfer per la messa in mobilità dei 120 lavoratori del sito di Bagnolo Cremasco e di attivare subito un tavolo di confronto con l’azienda”. “Mi unisco quindi – prosegue la parlamentare – alla richiesta fatta dalle organizzazioni sindacali locali dei metalmeccanici e dal sindaco di Bagnolo Doriano Aiolfi, con i quali sono stata costantemente in contatto in queste ore, volta a sospendere l’atto unilaterale che porterà al licenziamento dei 120 dipendenti. L’apertura di un tavolo di confronto tra sindacati, azienda e istituzioni deve avere l’obiettivo di cercare soluzioni alternative rispetto alla annunciata chiusura del sito e di garantire certezze occupazionali ai lavoratori”.

Anche l’onorevole cremasco di Sel Franco Bordo si è interessato alla vicenda: “Questa mattina mi sono recato ad incontrare i lavoratori della Koch di Bagnolo Cremasco presso il presidio organizzato davanti alla fabbrica. Come un fulmine a ciel sereno, la proprietà ha annunciato la volontà di chiudere lo stabilimento e lasciare a casa gli oltre 100 dipendenti che vi lavorano e di volerlo fare entro 70-90 giorni. Con loro ho interloquito sulla situazione e raccolto informazioni che destano stupore e sconcerto dato che lo stabilimento si trova in piena attività e nei mesi precedenti sono state respinte commesse importanti. Non si riesce a capire la strategia dell’azienda, ma ritengo che la chiusura di una realtà produttiva così importante per il nostro territorio e per il paese, sia inaccettabile se fatta non sulla base di motivazioni industriali, ma solo per ragioni di aumento dei profitti”. “Ho assicurato ai lavoratori – aggiunge – che chiederò l’immediato coinvolgimento dei Ministeri del Lavoro e dello Sviluppo Economico affinché sia chiesto all’azienda di non attivare le procedure di mobilità in questi giorni, così da poter rinviare la questione a settembre, per concordare il da farsi assieme alle parti sociali e con il coinvolgimento delle istituzioni, al fine di scongiurare la cessazione dell’attività e la chiusura dello stabilimento”.

Bordo con i lavoratori

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