Economia

Beretta e il bilancio 2015
“Niente controllo della spesa”

Simone Beretta, consigliere d’opposizione

CREMA – Simone Beretta (FI) ce l’ha con la giunta, il sindaco e il bilancio comunale che, secondo l’esponente politico forzista, non sa spendere i soldi che ci sono, strozza alcuni assessorati per dare troppo ad altri.

Neppure legittime alchimie finanziarie sono riuscite a nascondere che il sindaco e la giunta non hanno avuto  il controllo reale della spesa sul bilancio 2014 rispetto alla certezza delle entrate. Una carenza di regia che ha privato la città di risorse, come se non sia davanti agli occhi di tutti quello che è necessario fare per renderla più decorosa e bella, senza erbacce e buche per le strade, più illuminata e più sicura. Nessun gioco di squadra, con l’assessore  ai lavori pubblici, privato di risorse ed altri che ne avevano in abbondanza. Forse che all’assessore ai Lavori pubblici sono state negate maggiori risorse  per via  che non è stato neppure in grado di spendere quelli che gli erano stati messi a disposizione per investimenti, ma non solo? E’ falso sostenere e ipotizzare che non si è speso perché non vi era certezza di entrate.  Se, come è logico che sia, non è consentito spendere senza la relativa copertura economica e finanziaria loro hanno rinunciato a spendere facendo le cose necessarie per mantenere in ordine la città  pur essendo abbondantemente coperti dalle risorse previste a bilancio. Una responsabilità grave, tutta politica e non imputabile alla struttura che è rimasta la stessa e che prima di questa amministrazione era messa in condizione di raggiungere gli obiettivi. Avrebbero potuto spendere senza sforare il patto di stabilità. Non solo, avrebbero evitato di spostare sul bilancio 2015 una consistente fetta di spese per investimento per almeno sette milioni di euro che poteva essere comodamente spesa nel 2014 andando  a complicare il patto di stabilità 2015  e mantenendo in entrata, come per il 2014, spese strutturali ricorrenti  e certe senza coperture strutturali e quindi tanto non ricorrenti quanto aleatorie ed incerte viste  le tante una tantum postate a pareggio di bilancio che già preannunciano le enormi difficoltà dei bilanci successivi.

I bilanci della Bonaldi sono  stati tutti conservativi, per nulla innovativi, privi di buon senso e ingiustamente eccessivi nei prelievi verso le famiglie e i più deboli.

 

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