Rubava ai colleghi
spiccioli e caramelle
Dottoressa condannata
E’ stata riconosciuta colpevole di furto, ma anche di vizio parziale di mente. Il medico Giampiera Gatti, 52enne cremasca, arrestata nel marzo del 2013 dopo aver compiuto una serie di furti all’ospedale Maggiore di Crema, è stata condannata dal giudice Pio Massa ad una pena di due mesi, venti giorni e 140 euro di multa. Per l’imputata, il pm Francesco Messina aveva chiesto l’assoluzione perché incapace di intendere e di volere, così come l’avvocato Marco Servergnini, legale del medico. Nella perizia psichiatrica, dopo una sofferta valutazione, l’esperto del giudice alla fine ha valutato la donna parzialmente incapace di intendere e di volere, mentre il consulente della difesa si è espresso per una totale incapacità. “In quel momento la mia cliente”, ha sottolineato nella sua arringa l’avvocato Severgnini, “si trovava in uno stato dissociativo”. A processo, celebrato con il rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica, l’ex medico dell’accettazione dell’ospedale era accusata di furto aggravato per gli episodi messi a segno o tentati tra il febbraio e il marzo del 2013. La 52enne era finita in manette il 25 marzo di quell’anno dopo essere stata smascherata dalle telecamere.
Vittime, i medici e il personale dell’ospedale che durante l’orario di lavoro erano stati alleggeriti di denaro e monete lasciati nelle borse depositate negli spogliatoi. Dopo una decina di denunce, la procura aveva dato il via libera agli uomini della polizia che, anche in accordo con l’Azienda ospedaliera, avevano posizionato telecamere e banconote civetta nelle borse e nei portafogli di alcune delle vittime, preventivamente cosparsi di una speciale sostanza fluorescente. Gli investigatori erano infatti sicuri che i furti si sarebbero ripetuti. Ed avevano ragione. Poche ore dopo il posizionamento delle “trappole”, l’autrice dei furti era stata ripresa mentre rovistava negli armadietti, nelle borsette e negli indumenti del personale dell’ospedale. In un caso aveva anche rubato la chiave di un armadietto che aveva usato in seguito per rovistare all’interno. La mattina del 25 marzo i poliziotti si erano appostati in attesa che la ladra agisse di nuovo. E puntualmente, lei, nonostante fosse fuori servizio, era arrivata, entrata negli spogliatoi per poi uscirvi subito dopo con il bottino. Peccato per lei che il denaro rubato, una banconota da 20 euro, fosse cosparso della polvere fluorescente che aveva permesso agli agenti di arrestarla in flagranza di furto. Il giudice aveva poi deciso per la misura dei domiciliari. Dopo i fatti, Giampiera Gatti si era dimessa dall’ospedale ed ora vive e lavora in un’altra città. La motivazione della sentenza sarà depositata entro 60 giorni.
Sara Pizzorni
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