Omicidio Ogliari, nuovo appello
il 17 marzo a Milano
Angelo Ogliari, assassinato il 31 ottobre 2007, con la figlia Diana
CREMA – Si farà il 17 marzo a Milano, nella seconda sezione della Corte d’assise d’appello il nuovo processo per l’omicidio di Angelo Ogliari. La cassazione, il 9 maggio scorso, aveva accettato il ricorso contro la sentenza della Corte d’assise d’appello di Brescia che ha assolto, come il Gup di Crema, Jolanta Lewandowska ed Edgar Fagraldines dall’accusa di omicidio nei confronti di Ogliari, il 43enne venditore di auto usate massacrato nella notte di Halloween del 2007 e per il quale non sono mai stati trovati gli assassini. E sono contenute in 42 pagine le motivazioni della procura generale di Brescia contro quella sentenza della Corte d’assise d’Appello, enunciata lo scorso 18 gennaio e depositata nello scorso mese di aprile. La procura generale aveva proposto il ricorso che era stato accolto. Nel frattempo Jolanta Lewandowska ha evitato anche la condanna per ratto di minore a causa dell’intervenuta prescrizione. Ma i giudici bresciani che hanno dovuto chiudere il dibattimento senza arrivare alla sentenza per scadenza dei termini, tuttavia hanno condannato la donna, che si era appropriata della bambina avuta con Angelo e l’aveva portata in Polonia senza più farla rientrare in Italia, a pagare 5000 euro alla sorella di Angelo, ritenuta parte offesa nella vicenda. Il delitto Ogliari avviene nelle prime ore del 31 ottobre. L’uomo rientra a casa intorno alle tre del mattino e trova ad attenderlo i suoi assassini che lo colpiscono alla nuca fracassandogli il cranio. Poi lo trascinano nel bagno di casa e lì lo finiscono a martellate. Definito un delitto perpetrato con odio feroce, marcato immediatamente da errori strategici che lasciano agli assassini un incredibile e sin qui incolmabile vantaggio, l’indagine è tutta una rincorsa alla ricerca di testimoni, moventi, alibi, interrogatori dei due imputati, che se ne vanno all’estero all’indomani del delitto, prima che venga scoperto il corpo di Ogliari nella sua abitazione, scoperta che si farà solo alle 17 dei 31 ottobre, 14 ore dopo il delitto. Poi i due gradi di giudizio, il primo a Crema, davanti al giudice delle udienze preliminari Cristian Vettoruzzo, con giudizio abbreviato e la richiesta dell’ergastolo, pena ridotta a trent’anni per il rito e l’assoluzione dei due imputati e il secondo, in appello a Brescia, anche qui con richiesta di trent’anni e nuovo giudizio di assoluzione. Ma la Cassazione ha detto che è tutto da rifare. A Miano, il 17 marzo.
Pgr
© RIPRODUZIONE RISERVATA