Cronaca

Poste, chiusure e giorni alterni
Nel cremasco tanti a rischio

Nell’articolo, Paolo Riccaboni, sindaco di Spino d’Adda

CREMA – Notizia choc per i cremaschi e per gli addetti alle Poste: sono una decina gli uffici del cremasco che rischiano di chiudere e ce ne sono altri che, invece, avranno orari ridotti e apriranno a giorni alterni. E il personale in esubero sarà trasferito in uffici più o meno vicini dove ci sono esigenze di servizio. E’ l’allarme lanciato dal sindacato oggi. Pietro Triolo, coordinatore territoriale regionale della Cisl mette il dito nella piaga e avverte: “La ristrutturazione partirà prestissimo, già a metà febbraio. Prepariamoci”. Da domani saranno indette assemblee sui luoghi di lavoro per spiegare quel che sta succedendo ai dipendenti. Intanto il segretario regionale ha dato i numeri, di certo non belli. In Lombardia ci sono 2100 addetti, ma 600 se ne sono andati negli ultimi due anni e altri 400 si preparano a lasciare entro il 2015. La struttura ha mezzi fatiscenti e non idonei alle moderne lavorazioni, per non parlare della gestione del personale. Una fotografia impietosa che fa il paio con l’iniziativa, sempre di oggi, del sindaco di Spino d’Adda, Paolo Riccaboni il quale, stanco dei continui disservizi e delle giuste lamentele della sua gente e delle imprese del suo territorio, ha deciso di scrivere a una decina di colleghi sindaci della sua zona per sollecitare un’azione comune. Riccaboni sottopone una bozza di lettera da firmare e da spedire alla procura della repubblica affinché intervenga in modo deciso e, in qualche modo, ponga rimedio a una situazione impossibile.

pgr

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