Cronaca

False coop, liberi gli
arrestati: Giavardi:
‘Paghe regolari’

L'avvocato Chindamo

Nella foto, l’imprenditore Giancarlo Giavardi

Sono libere le persone arrestate dalla guardia di finanza nell’ambito dell’operazione Borea che aveva portato ai domiciliari l’imprenditore di Pandino Giancarlo Giavardi, 55 anni, residente a Cremona; Maurizio Rodini, 60 anni, di Cremona, suo braccio destro; Mattia Plinio Rossetti, 31 anni, di Pandino, genero dell’imprenditore, e Salvatore Di Nunzio, 51 anni, fiscalista campano. Lo ha deciso il giudice Letizia Platè al termine degli interrogatori di garanzia che si sono svolti questa mattina. Sulla misura, la procura aveva dato parere contrario alla liberazione. L’accusa per tutti era quella di aver messo in piedi un’associazione a delinquere specializzata nelle frodi fiscali sfruttando false cooperative di lavoro con un giro di milioni di euro.

Il primo ad essere sentito dal gip per due ore e mezza è stato Giancarlo Giavardi, ex presidente onorario dei City Angels di Milano. “Non ho nulla da nascondere”, ha detto al termine dell’interrogatorio. “Certo, quando hai una situazione lavorativa come quella delle cooperative un po’ di nero viene fatto, ma le accuse della procura sono sballate”. “Sono sereno”, ha comunque fatto sapere l’imprenditore, oggi cassa integrato. “Come ho sempre detto a tutti, l’accertamento della finanza del 5 luglio 2013 è stato una benedizione perche mi ha permesso di uscire da un vortice, da un circolo vizioso indistruttibile. Perchè da una parte hai i committenti che tirano, e dall’altra gli operai, e quindi sei obbligato a fare cose non legali per soddisfare gli altri”. “Ho fatto del nero”, ha ammesso, “ma la cifra è totalmente diversa da quella contestata: in realtà è meno di un quarto, non si è tenuto conto degli stipendi pagati. Cifre che sono andate in tasca agli  operai che tra l’altro non sono per niente sottopagati”. Nell’interrogatorio, Giavardi ha ‘scagionato’ sia suo genero che Maurizio Rodini. “Prendevano ordini da me”. E ha ricordato: “dieci giorno dopo l’intervento della finanza avevo già depositato una memoria scritta e avevo chiesto di essere sentito. Inutilmente. E poi c’è stato l’arresto sotto Natale. Questo fa pensare”. Per tutti e quattro gli arrestati è stato disposto un provvedimento di sequestro patrimoniale di beni. “Certo, è accettabile un sequestro preventivo”, ha commentato Giavardi, “poi lo si discute nel tempo”. Ma ha tenuto a precisare: “si è parlato di uno yacht, ma è un natante lungo meno di 9 metri, non cabinato e che ha più di 10 anni, di valore minimo. Inoltre gli immobili non sono 16, ma 5 o 6, alcuni dei quali veri ruderi, vale più il terreno. E le cooperative non sono false, ma esistono e lavorano”. L’imprenditore, oltre ad essere stato presidente onorario dei City Angels, ha anche sostenuto la struttura di accoglienza per donne ‘Casa Silvana’, “senza farmi pubblicità”, ha sottolineato Giavardi, che è stato anche destinatario del premio ‘Il dono dell’umanità’ e ‘cavaliere dell’Ordine di Malta e dell’Ordine di San Giovanni’. Tutti, tranne il fiscalista, erano difesi dall’avvocato Domenico Chindamo, del foro di Milano.

Un’ora a testa è durato invece l’interrogatorio di Rodini e Rossetti, il primo già in pensione e il secondo attualmente senza lavoro. Rodini si è detto estraneo alla vicenda, dicendosi solo un collaboratore di Giavardi, mentre Rossetti, sempre  per la difesa, era solo un impiegato che non ha fatto altro che eseguire ciò che gli veniva chiesto di fare.

Il quadro accusatorio parla della gestione, dal 2002, di una quindicina di cooperative con oltre 300 dipendenti, impiegati in varie aziende di macellazione e lavorazione di prodotti alimentari tra Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Cooperative in realtà fittizie secondo quanto scoperto dalle indagini, senza alcuna parvenza di vita sociale o mutualistica. Il danno per il fisco italiano non è ancora completamente quantificato, ma per gli inquirenti, solo per l’Iva e per gli anni dal 2007 al 2012 ammonta ad oltre 12 milioni di euro.

Sara Pizzorni

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