Condanna per armi, non terrorismo
Se la cava il No tav cremasco
TORINO – ‘Solo’ tre anni e mezzo di galera per Mattia Zanotti, cremasco e uno dei quattro No tav incarcerato tempo fa dopo l’attacco al cantiere della Tav di Chiomonte. I giudici del tribunale di Torino non hanno condannato i quattro imputati per terrorismo, non hanno accolto le richieste dei pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo che volevano una condanna per ciascuno dei quattro a nove anni e mezzo di galera. Gli imputati sono stati condannati a tre anni e sei mesi per gli altri capi d’imputazione, cioè detenzione di armi da guerra (in relazione all’uso di bottiglie molotov), danneggiamento seguito da incendio e violenza a pubblico ufficiale. Delle parti civili solo Ltf, la società incaricata di realizzare la Torino-Lione, ha ottenuto il diritto a un indennizzo, che è stato negato all’Avvocatura dello Stato e a un sindacato di polizia che si era costituito parte civile. Niccolò Blasi, Mattia Zanotti, Chiara Zenobi e Claudio Alberto sono stati incarcerati il 9 dicembre 2013 per aver partecipato all’assalto del cantiere di Chiomonte, avvenuto nella notte dal 13 al 14 maggio 2013 e poi liberati un anno più tardi, il 15 maggio 2014, quando la Cassazione aveva deciso di annullare il provvedimento preso dai magistrati di Torino e di rinviare al tribunale gli atti per un nuovo esame. “L’accusa di terrorismo era manifestamente infondata. E’ una vittoria su tutta la linea – ha commentato a caldo l’avvocato Claudio Novaro, a capo del pool di legali che hanno difeso i quattro imputati. – Era la pena che auspicavamo, avevo detto ai miei assistiti che sotto i quattro anni sarebbe stata una vittoria”. Tutti i legali sono stati accolti, mentre uscivano dall’aula, da un lungo applauso del pubblico dove da stamattina erano presenti tutti i familiari degli imputati. La vicenda di Mattia Zanotti aveva avuto echi anche in città specie quando, nel gennaio scorso, l’assessore Paola Vailati aveva partecipato, a titolo personale e senza prendere la parola, a un pranzo organizzato per raccogliere fondi per pagare gli avvocati ai quattro No tav. L’assessore aveva dichiarato di essere amica di Mattia, con il quale aveva diviso il banco a scuola e che la sua presenza al pranzo doveva essere interpretata proprio sulla base di questa amicizia.
La sentenza del tribunale di Torino potrebbe essere appellata da entrambe le parti, ma quel che è certo è che per i quattro al momento non si riapriranno le porte del carcere.
Pgr
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