Mense scolastiche, profondo rosso
Uno su dieci non ce la fa
CREMA – La notizia è fresca, ma era nell’aria da tempo: il comune potrebbe trovarsi a sborsare alla Sodexo quasi centomila euro perché in parecchi non pagano la mensa per i propri figli. “Siamo solo al primo giro – dice Emanuele Coti Zelati di Sel, consigliere di maggioranza – e speriamo che in parecchi al primo o al secondo sollecito versino il dovuto. Tuttavia, pensiamo che alla fine resteranno insoluti per oltre 30mila euro. Ed è bene dirlo subito: non ci sono i mezzi per andare a scovare i furbetti della mensa. Peraltro, escludo il fatto di lasciare fuori dalla mensa i bambini delle famiglie che non pagano”. Qualche distinguo da parte di Antonio Agazzi, consigliere d’opposizione: “In tempi recenti l’assessore ai Servizi sociali Angela Beretta aveva annunciato controlli precisi. Questi controlli non ci sono. Inutile illudere, allora. Anzi, è vero il contraria. In questo modo si incentiva a non pagare. E bisogna capire che non si può far passare l’idea che tanto paga pantalone.
Ma la situazione mense nel territorio cremasco presenta quasi dappertutto rossi più o meno profondi nei conti del comune. A Spino d’Adda, su un totale di 150mila euro si pensa di non riuscire a prenderne 10mila, su un debito iniziale di 20mila euro. Più roseo il risultato di Rivolta d’Adda, dove lo scorso anno si sono registrate solo 12 famiglie che non hanno pagato, per un debito di 1627 euro. Pochi debiti anche a Offanengo, dove si chiude l’annata passata con un rosso di 1300 euro. Situazione critica, invece, a Pandino, dove il debito iniziale parlava di 27mila euro, che si sarebbe ridotto a 19mila euro dopo il primo sollecito e che il comune spera di ridurre ulteriormente. Invece, segnaliamo la trovata ingegnosa della giunta di centrosinistra, ora deposta, di Romanengo. I buoni mensa si vendono in edicola. Chi arriva con il buono mangia in mensa; gli altri, panino.
Pier Giorgio Ruggeri
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