Politica

Due poltrone per uno solo
Riccaboni chiede dimissioni

Il sindaco di Spino, Paolo Riccaboni

SPINO D’ADDA – Allarme lanciato dal primo cittadino di Spino d’Adda, Paolo Riccaboni, in merito alla proposta di fusione tra Padania acque e Padania acque gestione.

Sindaco, perché è necessaria una presa di posizione?

“Presso i comuni del territorio è pervenuta la proposta da parte di Padania Acque per la realizzazione di un progetto di fusione per incorporazione di Padania Acque Gestione. La procedura richiede che si rinunci alla stesura della situazione patrimoniale, alla redazione da parte di un esperto nominato dal tribunale della relazione sulla congruità del concambio, alla relazione dell’organo amministrativo. La nascita della più grande società pubblica della provincia sta avvenendo nel più assoluto silenzio. Senza valutazioni approfondite, anzi con la rinuncia a farle. E il presidente della società  incorporante è anche consigliere delegato dell’incorporata. Ciò comporta moltiplicazione di cariche e conflitto d’interessi. La proposta è stata presentata al comitato d’indirizzo e controllo di Padania acque gestione solo il 5 novembre e in tale sede, come membro del comitato di indirizzo e controllo ho richiesto al cda un approfondimento, come verbalizzato: palesando da subito le perplessità in merito alla realizzazione di quanto illustrato dal presidente della società patrimoniale, nella sua doppia veste anche di consigliere delegato della società gestionale. Di fatti, lo stesso sindaco fa emergere che né il comitato di indirizzo e controllo né i soci dell’assemblea di Padania acque gestione sono stati resi partecipi. Nel progetto non si ravvisa un obbligo di legge ma un’opportunità. Appoggio il risultato ma sostengo, parimenti, che non porterò mai tale proposta all’attenzione del mio consiglio comunale senza avere la contezza delle modalità e conseguenze di una tale operazione”.

Però lei è d’accordo che una società è meglio di due.

“Chiedo a Padania acque gestione di fare i propri approfondimenti, sia di carattere giuridico che di carattere economico, in merito a quanto prospettato dal consigliere delegato. Senza avere a oggi risposta, ho chiesto al presidente di Padania acque di lasciare l’incarico di consigliere delegato di Padania acque gestione per non ostacolare la valutazione serena del progetto”.

Quindi, siamo in presenza di una persona, Alessandro Lanfranchi, che ha due cariche, cioè saremmo in pieno conflitto d’interessi.

“È da tempo necessario porre rimedio all’evidente conflitto di interessi e moltiplicazione di cariche, ancor più dopo le modifiche legislative intervenute nelle norme sulla composizione dei CdA.  E’ un passo necessario, così anche da allontanare ogni dubbio rispetto a “scopi personali” secondo le sue parole del 5 novembre in sede di comitato. E ancor più dopo l’informativa che ha sottoposto, in qualità di presidente di Padania acque, all’attenzione del comitato di indirizzo e controllo di Padania acque gestione e da questo rimessa, per una prima valutazione, a questo CdA di cui Lanfranchi è membro con fondamentale incarico operativo.La proposta di fusione per incorporazione pone la necessità di una valutazione serena e di opportunità della proposta pervenuta. A una valutazione serena potrebbe risultare ostacolo la presenza nel CdA stesso del presidente della società che si offre come incorporante per fusione”.

E a questa domanda, quale risposta ha avuto?

“Il 17 novembre ho chiesto una valutazione anche al Cda di Scrp (Società cremasca reti e patrimonio) dell’operazione, dal punto di vista della società cremasca, al fine di tutelare società e soci. Rimarcando che al momento non mi risultano obblighi normativi per deliberare l’atto nei termini posti entro il 30 novembre, attendo anche la sua valutazione prima di procedere a una delibera di tale importanza per gli investimenti sulle strutture, la tariffa pagata dai cittadini, il patrimonio delle società pubbliche coinvolte”.

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