Cronaca

Varchi elettronici nel cremasco
c’è il primo sì dei sindaci

Faticoso, sofferto, anche un po’ contrastato da questioni di merito ma alla fine, ieri sera tutti i sindaci hanno detto sì. Il primo consenso ai varchi elettronici è passato, dopo cento minuti di discussione. E ieri sera, nell’assemblea di Scrp (società cremasca reti e patrimonio) i sindaci hanno discusso a lungo la proposta che vuole l’installazione di 20 varchi elettronici sul nostro territorio, per renderlo più sicuro. C’è da dire che ufficialmente tutti sono d’accordo. Ma le difficoltà nascono per qualcuno quando si parla di soldi, per qualcun altro di attuazione, per altri ancora di controllo. Costi? Ci vogliono 430mila euro solo per varchi e centralina. Poi bisogna dotarli di collegamenti con la centrale. Serve un uomo che sappia coordinare, uno o più comuni capofila per lo smistamento delle informazioni e altre cose ancora. Inoltre, il nodo che pochi hanno capito subito e che ha fatto discutere, è quello che si chiede da dove vengano i soldi per la manutenzione. E qui Pietro Moro, presidente di Scrp, è stato molto chiaro. Ha portato, insieme a Gianni Rossoni, sindaco di Offanengo, la sua testimonianza costruita nella bassa bergamasca dove cinque comuni si sono dotati di 13 varchi e li mantengono con i soldi delle multe. Questo ha fatto inorridire qualche sindaco: “Ma come, prendiamo i soldi ancora dai cittadini?”. Ma bene ha risposto Paolo Riccaboni, primo cittadino di Spino d’Adda, il quale ha sottolineato come chi viaggia a velocità folle mette in pericolo la sua e l’altrui incolumità, come chi guida un’auto senza assicurazione, rubata, non revisionata. Quindi, giuste le multe e giusto che i proventi vadano a finanziare il progetto e la sua manutenzione. Qualcuno ha detto che è impossibile impostare un progetto sulla previsione di quanto si incasserà dalle multe. Sbagliato: tutti i comuni hanno nel bilancio di previsione quanto si incasserà dalle multe, anche se non è detto che quel dato si avveri (anche se di solito ci prende abbastanza…). Infine, altri hanno chiesto la previsione di introito da queste multe. E qui è stato fatto l’esempio di Mozzanica: 900mila euro l’anno. Ma si potrebbe fare anche quello di Palazzo Pignano, che ritiene di incasssare (e in parte ha già incassato) un milione di euro in due anni. Sono cifre enormi, se si pensa che sono rapportate a un solo strumento. Fatto è che alla fine, tutti sono stati d’accordo nel dare un sì di indirizzo ai sindaci rappresentanti e alla società. Così, forti del consenso, cominceranno a parlare con chi deve governare il progetto. Con più peso e determinazione. Moro vorrebbe chiudere le discussioni per l’estate e lavorare al concreto. Ma l’impressione è che ci sarà molto da discutere.

pgr

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