Referendum senza
quorum: è battaglia
tra 5 Stelle e PD
“Sono passati esattamente quattro mesi – si sfoga Christian Di Feo, consigliere comunale per il 5 Stelle, sul suo profilo Facebook – da quando abbiamo sottoposto a tutte le forze politiche del Consiglio Comunale di Crema la nostra proposta di modifica dell’art.40 Statuto, introducendo i Referendum deliberativi e l’azzeramento del quorum”. Di tali proposte avevamo dato conto in un articolo del 28 luglio.
Quattro mesi, ma ben pochi passi avanti. La richiesta ha avuto qualche risposta da parte delle Minoranze, che in tal senso ha mostrato (almeno) interesse. A stretto giro di vite, Agazzi replica: “io sono tra le risposte date, in senso positivo per altro”. Tuttavia, “dalla maggioranza – scrive Di Feo – nonostante un paio di posizioni ufficiose in vista della posizione comune, nonostante i numerosi solleciti, ci viene costantemente detto la prossima settimana ti rispondiamo, tranquillo“.
Ma per quale motivo la maggioranza non palesa la sua scelta? Secondo il consigliere pentastellato le ipotesi sono due: o alla maggioranza la proposta non interessa – e, in questo caso, sarebbe da leggersi “non ce ne importa nulla del dare ai cittadini la possibilità di decidere”, aggiunge Di Feo – “oppure sono talmente presi che nessuno tra i 15 della maggioranza ha avuto il tempo in questi mesi (estate compresa) di leggersi la documentazione dettagliata che gli abbiamo inviato e di relazionare agli altri”. Ma “vedendo la buona riuscita della cosa da parte di gruppi composti da uno/due consiglieri immagino che una delle due ipotesi si possa scartare”, conclude Di Feo.
“Abbiamo letto tutti e discusso la proposta”, risponde, piccata, Livia Severgnini (PD). È (anche) una questione di priorità: “ritengo ci siano cose più importanti da fare e alle quali dare risposta”, argomenta quest’ultima. Non solo. Un’eventuale risposta negativa della Maggioranza non è da considerarsi uno sterile rifiuto. Secondo la Severgnini, ci sono modi diversi di fare democrazia e partecipazione: come a dire che anche la forma vuole la sua parte. Una bocciatura della proposta, insomma, non significa voler privare i cittadini della libertà di decidere.
“Potevi lamentarti del fatto che non hai ancora ricevuto risposta, certo, ma insinuare queste cose potevi tranquillamente evitarlo”, conslude la consigliera piddina. Ed aggiunge: “la proposta è stata discussa, avrai una risposta se non oggi domani al massimo”.
Zeta
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