Ex assessore contro
segretario provinciale Pd
‘Piloni mi ha diffamato’
Matteo Piloni, cremasco, segretario provinciale del Pd, è stato trascinato in tribunale davanti al gup Letizia Platè da Cesare Facchetti Banholzer, area Pdl, ex assessore ai lavori pubblici a Rivolta d’Adda, che lo accusa di diffamazione. Oggi il legale di Piloni, l’avvocato Massimo Tabaglio, ha chiesto ed ottenuto il rito abbreviato e l’udienza è stata rinviata al prossimo 17 dicembre. L’ex assessore si è costituito parte civile. I fatti risalgono al maggio del 2009, nel periodo delle elezioni provinciali alle quali Facchetti Banholzer, che ora non è più in politica, era candidato. Secondo l’accusa, Piloni lo avrebbe diffamato sul periodico del Partito Democratico ‘Verdeblu’ del quale il segretario provinciale del Pd era direttore responsabile.
Nell’articolo incriminato, in particolare, sotto accusa c’è questa frase: ‘allora ti chiamo Giovanardi e… te la faccio vedere io la candidatura. Così in quel di Cremona ecco comparire la candidatura di un tale Cesare Facchetti Banholzer. Le ipotesi si sprecano: l’unica possibilità è che non lo conoscano proprio – i bar di Rivolta stavano chiudendo – a Rivolta non c’erano più terreni da urbanizzare. Certo è che non si capisce se i cremonesi debbano ringraziare Giovanardi o no. Da un sondaggio tra i baristi cremonesi sembra che non ci siano dubbi. La tattica sperimentata a Rivolta dal nostro eroe avrà altrettanto successo in quel di Cremona, con grande ripresa dei consumi. In fin dei conti, basta davvero così poco per essere eletto’.
Per Facchetti Banholzer, il testo dell’articolo, non firmato, sarebbe da ricollegarsi a due precedenti articoli, non oggetto di querela, riportati comunque nell’atto di denuncia: in uno di questi, ‘La noticina’, datato dicembre 2007 su lavori di manutenzione stradale nel comune di Rivolta, si legge che ‘il nostro assessore ai Lavori pubblici avrebbe fatto meglio ad andare un po’ in giro per paesi invece che per i suoi ‘collegi elettorali’, ndr, ‘bar’. “Appare del tutto evidente”, si legge nell’atto di Facchetti Banholzer, “l’intenzione di danneggiarmi e di deridermi, volendo far intendere una mia abituale frequentazione di bar, e quindi, quale logica conseguenza per il lettore, una dedizione all’uso di sostanze alcoliche”.
Nell’articolo sotto accusa, Facchetti Banholzer critica il fatto che la sua carica di assessore ai Lavori Pubblici sarebbe stata accostata ai suoi “supposti interessi personali in ragione della precedente attività nel settore immobiliare” (Facchetti Banholzer era agente immobiliare, attività da lui abbandonata in seguito alla sua discesa in politica “per evitare qualsiasi possibile conflitto di interessi”). Per l’ex assessore, dunque, la frase ‘a Rivolta non c’erano più terreni da urbanizzare’ utilizzata nell’articolo del 2009 “va bel oltre una critica politica legittima, atteso che fa riferimento a pretesi, ma in realtà insussistenti, interessi personali in ambito immobiliare”. Non solo: Facchetti Banholzer lamenta anche il fatto di essere stato descritto “come una persona dedita ad una smodata frequentazione dei bar della zona, affermazioni che trasmodano in un attacco gratuito ed offensivo sul piano personale, gravemente lesive della mia reputazione”.
Prova sarebbe, per Facchetti Banholzer, la frase di scuse riportata dallo stesso periodico nel mese di luglio del 2009: ‘forse dobbiamo delle scuse all’assessore Banholzer. Ci è stato fatto notare che la noticina, che voleva essere solo spiritosa, forse è apparsa un po’ offensiva. Chiediamo scusa…’.
Sara Pizzorni
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