Tiboni in tribuna
La punizione del club
per la notte brava
Guardare la partita dalla tribuna è una delle punizioni peggiori che si possano infliggere ad un calciatore. Ma è questa la pena che sconterà Christian Tiboni, venticinquenne attaccante della Pergolettese. Il motivo è la notte brava passata con una escort senegalese, mercoledì scorso.
Tutto era iniziato la sera prima in un locale milanese, quando l’attaccante gialloblu, ignaro dell’identità della senegalese, cedeva alla passione e la accompagnava nella sua abitazione, a Crema. Una notte brava, poi culminata con una lite furente. Non se l’aspettava, Tiboni, che quella ventottenne fosse una escort. Così, all’alba, al rifiuto del calciatore di onorare la parcella, la escort ha perso le staffe, inveendo a gran voce. Urla che hanno insospettito i vicini, i quali hanno allertato la polizia. Ma, all’arrivo degli agenti, ciò che sembrava l’epilogo di un’avventura finita male, riservava ancora i dettagli peggiori. La giovane donna, infatti, si scoprirà poi essere evasa dai domiciliari, ai quali era stata condannata per una rapina commessa a Milano. È previsto per venerdì il processo per evasione e resistenza a pubblico ufficiale.
Insomma, un’avventura sciagurata, quella in cui è incappato Christian Tiboni. Ma oltre al danno della nottata, arriva anche la beffa: il club della Pergolettese ha deciso di lasciare l’attaccante in tribuna, per aver infranto la regola del coprifuoco, previsto per le 23. Non certo un segno di dedizione e sacrificio, quello di Tiboni, verso il club, ad oggi in lotta per la sopravvivenza nella seconda divisione della LegaPro.
Zeta
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