Cronaca

Insulti alla polizia
e scritte antisemite
L’odio sul muro in via Toffetti

Martoriato, da sempre. È il muro della palestra di via Toffetti, che ad ogni ritinteggiatura viene puntualmente riscritto. Ma non si tratta di poesie. Anzi. Verrebbe quasi da pensare che sia più simile al bloc notes della vergogna: un posto dove chiunque ci passi dinnanzi, possa fermarsi e contemplare sin dove si può spingere l’umana indecenza.
Le scritte concernono di tutto. Gli artisti della maleducazione hanno ricoperto il muro di riferimenti precisi. A parte le “tag”, si nota l’insofferenza verso le forze dell’ordine: “io non credo nella polizia”, scrive qualcuno. Geniale – si fa per dire – l’incrocio della ultima parola della prima frase, con l’aggettivo infame, scritto esattamente sotto. Il risultato non merita d’essere ripetuto. Ancora, appena sotto, il simbolo più famoso del movimento anarchico: la “a” cerchiata. Chissà cosa ne penserebbe Pierre Joseph Prudhon, vedendo il suo simbolo riportato sulla parete di una palestra. Senza un senso, senza un significato. Magari converrebbe con quanto riferiscono alcuni passanti: “è un gesto insensato”. L’amarezza, invece, è l’unico sentimento che tale imbrattata stimola in una copia di anziani ferma sulle panchine in fronte: “questi sono i giovani: non hanno più senso dell’educazione, e allora vanno a scrivere sciocchezze sui muri”. Con buona pace della gioventù che, al più, si diletta a scrivere su internet.
Quanto di peggio, in tutto ciò, rimane però la scritta a spray lasciata sul muretto davanti all’entrata della palestra: “io odio gli ebrei”. E così il vandalismo si tinge di colori razzisti e antisemiti. A neanche un mese di distanza dalla Giornata della Memoria, è uno dei peggiori regali che l’inciviltà potesse lasciare a Crema.

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