Cronaca

Raddoppio rette frequenza centri diurni
Il comune cerca risorse per le famiglie

Famiglie che non arrivano a fine mese, richieste continue di aiuto ai servizi sociali e una coperta che è sempre più corta da gestire. Questo il quadro in cui i comuni si trovano ad operare ormai da tempo. E a questo quadro, per il Cremasco, Crema in particolare si aggiunge in questi giorni un altro problema: quello delle famiglie dei ragazzi che frequentano i centri diurni. Una questione che sarà discussa stasera in sala degli Ostaggi, dove è all’ordine del giorno la proroga dell’accordo territoriale, portato avanti da Comunità sociale Cremasca come sperimentazione negli ultimi tre mesi del 2013, e che ora deve essere rinnovato, in attesa della nuova normativa relativa all’Isee. Un rinnovo che non manca di creare qualche pensiero a consiglieri e giunta, tanto che da qualche tempo la maggioranza sta discutendo della questione. Sì, perché se da un lato l’accordo approvato in linea con molte associazioni, ha permesso di unificare le tariffe e di conseguenza le spese per le famiglie in tutto il territorio, dall’altro ha creato ad alcune famiglie, soprattutto della città, un problema. Un aumento delle rette in pratica inatteso e a volte non sostenibile.
E per questo come afferma il coordinatore del Pd, nonché consigliere, Matteo Piloni, in merito all’accordo “pur mantenendo il principio, assolutamente corretto, è però importante soffermarci su alcune delle problematiche che si sono create, e dare a queste famiglie una risposta chiara e concreta”. Della stessa opinione sia il capogruppo del Pd, Gianluca Giossi che quello di Rifondazione Comunista, Mario Lottaroli. Quindi che fare? L’ipotesi: che il comune dia un contributo alle famiglie in difficoltà fino al prossimo agosto quando la questione dovrà essere rivista con la probabile entrata in vigore della nuova norma sull’Isee. Come? Utilizzando quelle risorse che con la nuova tariffazione il comune di Crema di fatto risparmia, visto che prima si faceva carico di buona parte della spesa che ora ricade sulle famiglie.
“A Crema – dice Giossi, – si parla di 35 famiglie della quali circa il 20% fa fatica ad affrontare i costi che sono a volte raddoppiati. Il pasto è passato per alcuni da 4,50 a dieci euro. Per questo abbiamo chiesto al comune di utilizzare la risorse risparmiate per andare incontro a chi non ce la fa”. A chiedere sostegno da parte del comune per le famiglie che con questo accordo sono state penalizzate anche Mario Lottaroli. La discussione oggi in sala degli Ostaggi.
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