Politica

Giorno del Ricordo
Caso contro Beretta
“E’ andato fuori tema”

“Anche questa volta Simone Beretta, nella sua ossessione contro il sindaco Stefania Bonaldi, è andato fuori tema, per usare un eufemismo”, esordisce la consigliera PD Teresa Caso. Nodo del contendere: le dure parole del consigliere forzista, Simone Beretta, riguardo al discorso del sindaco Stefania Bonaldi nel Giorno del Ricordo. Accusata di aver rischiato di celebrare la “Giornata del minestrone” – con un atteggiamento cerchiobottisico nei confronti degli esponenti della sua maggioranza –, secondo Beretta non ha condannato le dichiarazioni “revisioniste” del neoconsigliere di Rifondazione Comunista, Camillo Sartori.
Secondo l’esponente del Pd, “Quello di Stefania Bonaldi è stato un discorso alto e forte, che può rendere orgoglioso ogni cittadino cremasco che abbia a cuore la memoria e la comprensione dei fatti storici, che non significa giustificazione”. L’accusa viene così rispedita al mittente, notando come anche la Democrazia Cristiana – “cui Beretta si onora, giustamente, di essere appartenuto”, scrive Teresa Caso – abbia avuto responsabilità nel tardivo riconoscimento della “tragedia delle foibe, così come riguardo a molti altri aspetti della nostra storia”. Con il risultato di aver consegnato “di fatto la memoria delle Foibe alla destra che ne ha fatto sempre una lettura in chiave auto-assolutoria rispetto alla storia del Ventennio fascista, alle complicità al nazismo, alle leggi razziali, agli orrori coloniali. E non basta certo ricordare ora. Non basta dire che gli iugoslavi sono stati cattivi con noi. Non basta conoscere ciò che è stato fatto ai nostri fratelli italiani”.
“E vorrei ricordare a Beretta – aggiunge l’ex segretario cittadino del PD – che a Crema e nell’intero cremasco solo il centro sinistra e le istituzioni da esso guidate hanno promosso e sostenuto, anni fa, in occasione delle ricorrenze per i 60 anni della Liberazione, il primo e forse unico lavoro di approfondimento, al di là delle ideologie, sul dramma delle foibe e dell’esodo forzato degli italiani dell’Istria e della Dalmazia. A quel lavoro aderirono meritoriamente, allora, istituzioni locali di ogni colore politico”.
Del dramma delle foibe, dall’intervento di Camillo Sartori in Consiglio Comunale in poi, s’è molto parlato. Purtroppo, il più delle volte, senza un vero spirito critico. Nella quotidiana lotta politica, fitta trama di accuse più o meno ideologiche, ben pochi si sono soffermati sulle ricostruzioni scientifiche. Non sbaglia quindi, Teresa Caso, osservando la commistione tra storia ed interessi di identità politiche. E per questo motivo si augura “che le istituzioni e la città possano raccogliere quello stimolo e promuovere nuovi studi, nuove azioni di conoscenza soprattutto rivolte ai giovani, ma non solo”.
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