Cronaca

Mazzette in cambio di
favori, marito e moglie
da gup per concussione

Chiedevano soldi per concedere licenze commerciali e il cambio di destinazione d’uso di un immobile. Con l’accusa di concussione in concorso sono finiti davanti al gup Guido Salvini, Claudia Piera Fagioli, responsabile dell’area finanziaria delle attività economiche del Comune di Pandino, e il marito Germano Giuseppe Regazzi, commercialista. Secondo l’accusa, i due avrebbero chiesto mazzette in cambio di favori, complessivamente 70.000 euro per dare in tempi brevi e senza problemi licenze commerciali e il cambio di destinazione d’uso di un immobile passato da artigianale a commerciale. Coinvolta anche una terza persona: Francesco Valerani, di Pandino, uno dei soci. L’accusa, per lui, è di favoreggiamento personale. Il 23 febbraio e il 13 luglio del 2011 avrebbe reso dichiarazioni mendaci alla guardia di finanza per sviare le indagini.

Due gli episodi contestati ai due coniugi dal pm Aldo Celentano accaduti tra il gennaio del 2006 e il marzo del 2008. Nel primo caso un cliente di Regazzi si sarebbe rivolto a lui per sapere come avrebbe potuto far fruttare al meglio un immobile di ottocento metri quadrati in via Guido Rossa acquistato all’asta giudiziaria del tribunale di Crema per 234mila euro dalla LO.GI.L, srl con sede a Rivolta d’Adda attiva nel campo della ristorazione il cui amministratore unico è la moglie dell’imprenditore. Il commercialista avrebbe proposto al cliente di trasformare l’immobile in un locale pubblico: bar, pizzeria e ristorante con sala giochi annessa, “garantendogli, con la complicità della moglie, la licenza di esercizio per la somministrazione di alimenti e bevande e il cambio di destinazione d’uso dell’immobile da artigianale a commerciale”, facendo così salire il valore dello stabile fino a un milione e 200mila euro. Tutto questo in cambio di una tangente di 50mila euro. Il cliente avrebbe accettato la proposta e versato la prima tranche: diecimila euro. Il 16 febbraio del 2006, il Comune di Pandino, tramite la Fagioli, aveva rilasciato alla LO.GI.L l’autorizzazione per la somministrazione al pubblico di alimenti e bevande nei locali di via Guido Rossa. Inoltre le aree inizialmente destinate ad attività produttive artigianali “in seguito all’approvazione del progetto presentato in Comune dal geometra Zanaboni su commissione della srl” erano state convertite in aree per attività commerciali-direzionali . Tra il gennaio del 2006 e il giugno del 2007 l’imprenditore avrebbe sborsato al commercialista tangenti per 41.800 euro. Ad un certo punto, però, si sarebbe poi rifiutato di sborsare il resto dei 50mila euro concordati all’inizio. Secondo l’accusa, la Fagioli, per ripicca, avrebbe avviato un procedimento amministrativo di revoca dell’autorizzazione precedentemente concessa alla LO.GI.L srl, fissandone la scadenza entro un lasso temporale arbitrario”. Procedimento “successivamente differito in accoglimento delle rimostranze presentate dal legale della controparte e conclusosi con un atto di revoca, a firma della Fagioli, in data 15 marzo 2008”.

Nel secondo episodio contestato, invece, il commercialista avrebbe proposto ad un conoscente che voleva aprire un locale con un socio la concessione di una licenza per la somministrazione di alimenti e bevande “già disponibile presso il Comune di Pandino”. Tutto per 30mila euro. All’inizio l’uomo si era presentato in Comune per avere notizie in merito al rilascio della licenza. Avrebbe parlato con la responsabile Fagioli, la quale gli avrebbe detto che in Comune era disponibile una licenza e che per ottenerla avrebbe dovuto parlare prima con suo marito. Dopo essersi consultati con le proprie mogli, i due soci avrebbero accettato la proposta e versato i 30mila euro nello studio del commercialista. Il 9 novembre del 2006 il Comune di Pandino, a firma della Fagioli, aveva rilasciato al “Bar Tavola Calda La divina”, snc che come amministratori aveva le mogli dei sue soci, l’autorizzazione per la somministrazione al pubblico di alimenti e bevande.

Sara Pizzorni

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