Cronaca

Criminalità e sicurezza,
i commercianti: “Vogliamo
più divise in centro”

Un nuovo giorno, un nuovo episodio di cronaca. Quasi ormai non c’è giorno in cui non si parli di furti, spaccate, ultime delle quali quella al Bar dei Fiori in via Brescia, in città. E se i dati dicono che i furti in appartamento sono diminuiti, mettono anche in evidenza che l’aumento delle rapine negli esercizi commerciali. E le cronache non smentiscono: dai tre furti alla gioielleria Ruben, al furto di 8mila euro in un negozio del centro ad opera di una signora ben vestita, fino al ‘sequestro’ della ragazza cinese alla sala slot con furto di 5mila euro dalle macchinette. Ma tra i fatti riportati dalle cronache e i corridoi della città, dove a farla da padroni sono i “si dice”, “si mormora” e “la gente è stufa”, ci sono i commercianti presi di mira dai malviventi.

Quindi, veniamo al dunque: Crema è una città pericolosa?
Alla domanda hanno risposto alcuni titolari di esercizi commerciali locati in via Mazzini. Forse per tutelarsi, o per sincera modestia, questi ultimi hanno preferito mantenere l’anonimato. Altri, invece, l’hanno fatto solo per scaramanzia. “C’è da affidarsi alla Provvidenza – sostiene un gioielliere –, perché se aspettassimo i mezzi umani… Sappiamo che furti e crimini ci sono da sempre. Noi ci sentiamo come ci sentivamo ieri, non abbiamo più paura di quanta ne avessimo prima”. Come a dire: un quid di paura è fisiologico – fortunato chi ne è immune oppure “siamo stati presi di mira talmente tante volte che tra ieri e oggi nulla è diverso”.
Dello stesso avviso, i titolari di un negozio di ottica, poco distante dal gioielliere: “C’è sempre un po’ di paura – confessano – ma noi non crediamo che Crema sia diventata più pericolosa”. Raccontano che, anni fa, dei delinquenti sono entrati e hanno fatto razzia, coperti dal buio della notte. Da quel giorno hanno fatto cambiare la porta d’ingresso, hanno messo telecamere ed allarmi. Ma da lì, per quanto li riguarda più nulla. “Non credo ci sia una vera e propria esplosione del pericolo, ma è vero che ci sono zone del centro in cui anni fa non succedeva nulla, mentre adesso, magari, sono diventate meno sicure”.

Di tutt’altro avviso è invece il titolare di un bar, il quale, a differenza dei precedenti, sentenzia: “Il pericolo c’è. Io ho paura, e lo ammetto, ma poi: chi è che non ne ha? Anche nel centro, ormai, c’è insicurezza”. Lo stesso vale per il titolare di uno storico negozio del centro: “Siamo qui da sempre, e devo dire che i furti sono aumentati. Entrano in due o tre, uno distrae i commessi, gli altri mettono in tasca la merce. E noi non possiamo fare nulla, nonostante l’impianto di videosorveglianza”. E poi ancora: “Ci è capitato di beccarli, rincorrerli e fermarli, ma alla fine sono usciti prima loro dal commissariato, di noi che eravamo là a sporgere denuncia. Comunque, un maggiore controllo da parte dei vigili o dei carabinieri di quartiere sarebbe necessario, anche solo perché la divisa può fare da deterrente”.

E la necessità di avere un maggiore presenza di forze dell’ordine, fossero anche carabinieri in pensione, di quartiere o vigili è una di quelle esigenze che la maggior parte, seppure la sensazione non è quella di estremo pericolo.

E a fronte delle preoccupazioni dei commercianti il sindaco Stefania Bonaldi assicura un maggior controllo, per quanto nelle competenze del comune, del territorio. “C’è tutta la comprensione e l’attenzione da parte dell’amministrazione, che non sottovaluta minimamente i timori e le legittime preoccupazioni di cittadini e operatori del commercio, posto che il tema della sicurezza vede il coordinamento delle azioni sul territorio in capo al Vice Questore, che nel caso di azioni interforze coordina anche la nostra polizia locale”, esordisce, ricordando che il comune ha appena stabilizzato a tempo determinato tre agenti di polizia, e che sta “prevedendo una modifica del piano assunzioni per potenziare ulteriormente il comparto. Stiamo – prosegue – approntando la convenzione con l’associazione dei carabinieri in pensione; hanno richiesto alcune modifiche della convenzione e devono portarla nel proprio consiglio a fine mese; anche se si tratta di azioni di cittadinanza amica, assistenza a manifestazioni religiose, culturali, sportive ed in genere ad eventi cittadini, assistenza fuori dalle scuole, supporto in situazioni di emergenza di vario genere, non è assolutamente possibile
coinvolgere operatori volontari, ancorchè qualificati da un passato nell’Arma, in azioni di vigilanza tout court o addirittura pattugliamento delle strade”. Una collaborazione che comunque porterà ad uno sgravio della Polizia Locale su questo tipo di interventi e la possibilità di concentrare i nostri agenti in più azioni di “presidio” del territorio insieme alle altre forze dell’ordine”, conclude il primo cittadino.
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