Crisi e incubo bollette
Il comune ne paga 1486
Raddoppiate le richieste di bonus
Non è un segreto che si faccia sempre più appello agli ammortizzatori sociali. Le ore di cassa integrazione, ad esempio, sono in continuo aumento. Le liste di mobilità si fanno sempre più folte. Accanto a queste misure, inoltre, aumentano anche le richieste degli assegni di maternità e quelli del nucleo familiare. Proprio questi ultimi due, nell’ultimo anno, sono saliti a quota 133. Mentre tempo fa tali misure di sostegno al reddito erano esclusive per i cittadini comunitari, ora vengono estese anche a chi è in possesso di un permesso di soggiorno, breve o lungo che sia. Va inoltre diffondendosi lo stato di indigenza. Tutto ciò, spiegano dagli uffici comunali, negli ultimi anni ha contribuito alla triplicazione della richiesta di tali ammortizzatori.
Con gli assegni del nucleo famigliare, e di maternità, vanno aumentando anche le richieste dei bonus energia e gas. Queste agevolazioni tariffarie, relative alla fornitura energetica, sono sempre più richieste. Nell’ultimo anno la domanda è infatti duplicata, salendo a quota 1486: 754 relative all’energia (349 nel 2012) e 732 al gas (345 nel 2012). “Questo aumento – chiarisce l’assessore al Welfare, Angela Beretta – si spiega facilmente: è aumentato il numero di famiglie che si trovano costrette a fare richiesta per far fronte alle spese per le utenze”. Eliminata dal campo l’ipotesi dell’effetto demografico – secondo cui l’aumento dei bonus sarebbe da ascrivere ad un aumento della residenzialità –, l’incremento delle richieste sarebbe dovuto all’erosione del reddito. Spiega l’assessore: “In questo periodo c’è difficoltà: è aumentato il numero degli indigenti e c’è stato un calo dei redditi. Spesso è addirittura mancata la fonte di reddito. Il bonus funziona appunto come un aiuto per poter conservare il reddito”. E riguardo le misure adottate dalla macchina amministrativa, chiarisce: “Il Comune dispone del Fondo Unico per il sostegno all’economia, avviato in via sperimentale l’anno scorso e che di cui verrà richiesta la riconferma per il 2014”.
Assieme all’offerta di ammortizzatori sociali, l’amministrazione ha messo in atto una politica di assegnazione delle doti lavoro. Non si tratta certo di una misura di contrasto della disoccupazione, bensì di un supplemento che implementi il reddito lavorativo. “Non possiamo immaginare – conclude la Beretta – che la dote sia un vero e proprio lavoro. La finalità dev’essere quella di ridare dignità al lavoro, anche perché 250 euro non sono molti, e non bastano come reddito da lavoro”.
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