Semafori, traffico e ponte di Spino,
la ricetta del Pd per risolvere
i nodi della Paullese
È un quadro critico quello emerso dall’assemblea di lunedì del Partito Democratico. Molti sono stati i timori espressi sul lento completamento della Paullese. Non solo: anche i possibili disagi causati dalla realizzazione di nuove opere (Bre.Be.Mi.), e dal rifacimento di altre già esistenti (Bergamina), hanno tenuto banco. Ma il PD, in un documento, pare aver individuato alcune soluzioni.
Anzitutto i punti critici. I maggiori sono: i semafori di S. Donato; il secondo lotto – stralcio primo e secondo – di pertinenza della provincia di Milano; il ponte sull’Adda (terzo lotto); semafori di Conterico/Paullo e Zelo/Merlino; la messa in sicurezza della “Bergamina” (ex s.s. 492); strade di arrocco in provincia di Cremona.
Per quanto concerne la desemaforizzazione di S. Donato il PD propone un sovrappasso ciclopedonale su via Moro, e la realizzazione di una bretella che, da dietro la struttura commerciale di Peschiera si colleghi all’ospedale di S. Donato, per quello di via Gela. Le risorse per l’attuazione sarebbero da ricercare nei ribassi d’asta per gli appalti per la tratta SP39 “Cerca”-rotatoria di Zelo e nelle economie del primo lotto, tratta SP39 di Peschiera Borromeo.
Il primo stralcio del secondo lotto prevede, invece, che venga prima definito l’iter progettuale, e poi bandita la gara d’appalto. Il secondo stralcio del medesimo lotto richiede un finanziamento di 23,5 milioni di euro, le cui responsabilità sono individuate nel Protocollo d’Intesa siglato da Regione Lombardia, province e comuni interessati.
Terzo punto: il ponte sull’Adda. Fa parte del terzo lotto, il cui iter progettuale non è ancora stato avviato. Sono previsti 20 milioni di investimento – la metà, nel caso del progetto della provincia di Cremona.
Il superamento del semaforo di Conterico/Paullo avverrà per mezzo di una rotatoria. Per tale realizzazione si poterà attingere ad un finanziamento statale – 374mila euro –, destinato inizialmente alla rotonda di Spino D’Adda, ora non più necessaria.
La circonvallazione di Dovera – sesta criticità – potrà essere effettuata, come predisposto da una delibera della giunta provinciale del 2009, previa messa in sicurezza della Bergamina – l’aumento di traffico dovuto alla realizzazione della TEEM potrà causare l’intensificazione del traffico sulla tratta. Le risorse si dovranno reperire dalle economie del primo lotto dei paesi cremaschi.
Da tenere presente – avverte il PD nel documento – che le strade di arrocco della provincia cremonese dovranno mantenere dimensioni idonee per il transito di mezzi agricoli.
Consapevoli del fatto che l’apertura dei caselli della nuova TEEM e della Bre.Be.Mi. intensificheranno i flussi veicolari, il Partito Democratico si dice “molto preoccupato per il realizzo non contestuale della nuova viabilità nel territorio sud Milanese e Cremasco”. Obiettivo, si conclude nel documento, sarà “avere già attivato cantieri e progetti per le tratte ancora non considerate e l’individuazione delle risorse ancora mancanti per superare le predette criticità” entro EXPO 2015.
A far da contraltare alle linee programmatiche del PD arrivano le perplessità degli imprenditori con aziende site nel futuro “svincolo Spino d’Adda ovest”. Parlano di “uno svincolo concepito in modo scellerato e fuori da ogni schema di buon senso”. Il motivo? “Impedisce qualsiasi accesso diretto alla suddetta area ai mezzi provenienti da Milano, facendo svanire la storia produttiva e di servizi fornita da quell’area, rendendo praticamente inutilizzabili gli immobili”.
Fino al 2006 era prevista, da progetto, la realizzazione di un cavalcavia che sormontasse lo svincolo, in modo da facilitare l’ingresso all’area sia per chi provenisse da Milano che da Crema. Ma la modifica al progetto è andata di traverso a parecchi, che ora chiedono alle giunte governanti in quegli anni, il motivo dello stralcio del cavalcavia dal progetto. Ciononostante, sono comunque consapevoli che si tratterà “comunque di una soluzione temporanea”. A meno che non venga riesumato il progetto del cavalcavia, avvertono nel comunicato, “Quando sarà raddoppiato tutto il tratto della Paullese, il problema attuale si riproporrà in modo definitivo ed irreparabile”.
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