Economia

Economia di Comunione
incontro con l’economista
Stefano Zamagni col centro Lucchi

Gli eventi sociali, economici, politici, tecnologici, culturali o ideologici, continuamente pongono l’uomo dinanzi all’interrogativo su quale cammino continuare a percorrere, in che modo, ed in quale direzione.
In questo contesto il Centro Culturale Diocesano “Gabriele Lucchi” in collaborazione con il professor Stefano Zamagni, uno degli economisti italiani contemporanei più conosciuti e apprezzati all’estero, promuove un evento indirizzato a imprenditori, imprese, associazioni, istituzioni economiche, ma anche lavoratori, dirigenti, consumatori, risparmiatori, studiosi, operatori economici, poveri, cittadini, famiglie, il 9 dicembre alle ore 21, presso l’Università di Crema.
In quella serata l’illustre economista spiegherà: L’Economia di Comunione” Un nuovo stile di agire economico, nato in Brasile, il seno alla comunità cristiana Movimento dei Focolari, fondato da Chiara Lubich.
Questa intuizione della Lubich, definita da tanti una ‘bomba’, ha avuto proprio questo effetto, non solo in Brasile, ma in tutte le parti del mondo dove era arrivato il Movimento dei Focolari. Ma è andato oltre, attirando l’attenzione di economisti, studenti, istituzioni economiche e sociali, atenei, compreso l’Economista Stefano Zamagni.
L’Economia di Comunione mette in moto in tutto il mondo, un circuito di comunione il cui l’asse centrale sono le aziende e i loro imprenditori; i 980 mila euro da essi condivisi nel 2013 rappresentano un aumento del 27 per cento rispetto all’anno precedente, originato in particolare da maggiori utili di aziende di Argentina, Belgio, Italia, Irlanda, Polonia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Sud Est Europeo e Germania, e grazie anche ai nuovi contributi di aziende della Corea del Sud, Costa D’Avorio, Repubblica Democratica del Congo e Uruguay: un aumento che compensa ampiamente la riduzione dei contributi straordinari di persone singole. Nell’anno si sono aiutate 2.250 famiglie nei cinque continenti con apporti diretti per l’alimentazione, l’abitazione, la scolarizzazione e l’assistenza sanitaria.
Inoltre si è avviato o dato continuità a progetti di sviluppo di attività produttive che hanno coinvolto direttamente o meno 1.535 persone in Bolivia, Filippine e Brasile.
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