Mobilità, in città 300 incidenti l’anno
Pronto un piano da 700mila euro
per più sicurezza e meno costi
Crema: il 60% si sposta in auto, nonostante 27 km di piste ciclabili
Mobilità sostenibile, riduzione dell’incidentalità, riduzione dell’inquinamento e diminuzione dei flussi di traffico. Questi gli obiettivi prefissati dall’assessore Giorgio Schiavini nel corso del convegno “Crema e la sicurezza stradale. Interventi per una mobilità sostenibile e sicura”. Obiettivi, come specifica l’assessore, che “non devono essere fini a se stessi, ma devono diventare interventi strutturali”.
Nello studio presentato si rileva che su 152 chilometri di strade cittadine 27 sono di piste ciclabili. Non male, per una cittadina qual è Crema. Tuttavia, la media di incidenti annuali è attorno ai 280 – dal 2009 al primo semestre 2013, annualmente, se ne sono verificati: 291, 281, 294, 284, 136. Di questi, almeno uno all’anno è mortale. Ma ognuno degli incidenti appena menzionati ha un grosso costo sociale. Il costo medio di un incidente si aggira sugli 11mila euro, mentre quello di un morto è di un milione e mezzo. Come spiega l’ingegner Federico Galli dirigente dell’ufficio tecnico del comune di Crema, “una riduzione dell’incidentalità del 25% comporterebbe una notevole riduzione dei costi se si pensa che un ferito costa 42mil euro l’anno e un morto un milione e mezzo di euro”. Una cifra complessiva di gran lunga superiore a quella investita negli interventi urbanistici e viabilistici.
“A Crema – sostiene Galli – gli incidenti si distribuiscono equamente su tutte le categorie di strada”, motivo per cui è difficile una stima delle zone maggiormente incidentate. Tuttavia, è stata stilata una classifica di 17 strade, su cui è stato registrato il maggior numero di incidenti.
Nonostante nell’ultimo decennio s’è assistito ad “un’esplosione”, in senso espansivo, delle piste ciclabili – ed alcune, come la ciclabile verso Offanengo e verso Madignano sono in fase di progettazione –, i ciclisti rimangono la categoria più incidentata dopo i motociclisti. Da segnalare che, per quanto concerne gli incidenti, il 58% dei feriti, a Crema, è rappresentato dall’utenza debole, nonostante essa, nel trasporto giornaliero cremasco, rappresenti una minima parte degli spostamenti – 12% motocicli, 20% biciclette.
Per il futuro, avverte Galli, sono al vaglio nuove strategie per la diminuzione dell’incidentalità. L’obiettivo prefissato è quello di una riduzione del 25%, per quanto concerne l’utenza debole. Ma non si parla di soli interventi viabilistici. Infatti, in collaborazione con Regione Lombardia, si mira ad “un’azione di sensibilizzazione, che avviene anche con l’approccio in ambito scolastico”, oltreché con la condivisione di dati ed indagini viabilistiche ed urbane. Perché, come sostiene Galli stesso, “gli incidenti non devono essere lasciati solo alla cronaca”, ma se ne devono comprendere la cause.
Intervenuto anche, Piercarlo Bertolotti, coordinatore di Fiab Onlus Lombardia, il quale ha proposto alcuni stralci del libro “L’insicurezza stradale”. S’è anche detto convinto del fatto che, in futuro, vi possano essere ulteriori collaborazioni tra l’Amministrazione cremasca e la Federazioni Italiana Amici della Bicicletta, perché, a differenza di molte altre città dove “manca il convincimento politico e sociale”, “l’amministrazione di Crema è particolarmente attenta a queste tematiche”. La situazione introdotta da Bertolotti è stata ripresa ed infarcita di dati da Edoardo Galatola, sempre di FIAB onlus. Ciò che i dati mostrano, a livello nazionale, è un miglioramento generale: negli ultimi anni la mortalità dell’utenza debole – pedoni, ciclisti, motociclisti – è diminuita del 35%. Ma attenzione ad esultare: “un morto su due, in città, è da ascrivere all’utenza non motorizzata”.
Ad ulteriore specifica del caso nazionale e regionale, sono intervenuti anche Valerio Montieri – FIAB Onlus – e Sergio Miragoli – dirigente della struttura sicurezza urbana Regione Lombardia.
Nel pomeriggio, intitolazione del parco pubblico di via Rampazzini alle vittime della strada.
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