In consiglio striscioni
per diritto alla casa, seduta
interrotta, 16 a giudizio
Nella foto, le contestazioni del 2011
Aveva fatto molto scalpore, a Crema, il 25 ottobre del 2011, l’interruzione del consiglio comunale da parte di un gruppo di persone che manifestava contro lo sfratto di Claudiu Mihai, romeno, licenziato dalla Isoelectric di Bagnolo Cremasco e allontanato dalla sua casa insieme alla famiglia perchè non poteva pagare il canone di affitto. Una vicenda che oggi è arrivata nelle aule del tribunale di Cremona davanti al giudice Maria Stella Leone e che vede 16 imputati a processo per interruzione di pubblico servizio. Devono rispondere dell’accusa di aver “turbato la regolarità del consiglio comunale, determinandone la sospensione”. Durante la seduta erano stati esposti striscioni con le frasi: “Non si possono lasciare le famiglie in strada”, “La casa è un diritto di tutti”, “Resistere agli sfratti, difendere i diritti, diritto di tutti”. I cori e gli slogan avevano interrotto l’intervento del sindaco, l’allora primo cittadino Bruno Bruttomesso, e costretto il presidente del consiglio comunale Antonio Agazzi, vista l’impossibilità di proseguire con l’assemblea, a sospendere la seduta”. A quel punto, nei confronti di Bruttomesso e di Agazzi erano stati intonati cori di protesta, e qualcuno aveva urlato le parole “Buffoni, vergogna”. All’arrivo delle forze dell’ordine, gli imputati erano intervenuti con alcuni slogan: “Ci sfruttano, ci ingannano, ci danno polizia, è questa la loro democrazia?”, “Vergognatevi, avete truccato le graduatorie, fascisti!!!”. I 16 a processo sono anche accusati in concorso di avere organizzato e promosso una riunione presso la sala del consiglio comunale di Crema a cui avevano partecipato almeno 2o persone, “omettendo il prescritto avviso all’autorità di polizia giudiziaria”.
“Di contestazioni in consiglio comunale ce ne sono state diverse”, ha detto oggi in aula l’ex sindaco Bruno Bruttomesso, che del caso si ricordava solo del “signor Mihai che aveva ricevuto lo sfratto e che lo contestava”. “Il problema”, ha spiegato il teste, “ha interessato in prima persona l’assessore Capetti”.
In quel periodo, dopo essersi opposto più volte allo sfratto appoggiato dal comitato “Tuttisottountetto” fondato dai ragazzi de “La Forgia” di Bagnolo Cremasco e dopo essere stato per giorni in piazza Duomo sotto le finestre dell’allora sindaco, Claudiu Mihai aveva portato la sua protesta in consiglio comunale. Le contestazioni del romeno erano iniziate dopo aver ricevuto lo sfatto esecutivo per non aver più corrisposto l’affitto dopo essere stato licenziato. La battaglia era passata dai comitati alle forze politiche capitanate da Rifondazione Comunista che duramente si era opposta allo sfatto del giovane, sfumato per ben quattro volte.
Il caso era arrivato all’attenzione dell’allora amministrazione Bruttomesso e dell’assessore Luciano Capetti, che nel mese di luglio del 2011, dopo che Mihai era rimasto in piazza Duomo per una ventina di giorni, aveva messo a disposizione le risorse per pagare almeno tre mesi di affitto di una casa messa a disposizione dal comune.
A processo, oltre a Claudiu Mihai, 28 anni, ci sono Roxana Mihai, 24 anni, Robert Mihai, 30 anni, ci sono anche Michela Albizzati, 28 anni, di Treviglio, Ivo Antonio Batà, milanese di 64 anni, Luca Beretta, 52 anni, di Bellano, in provincia di Lecco, Eugenio Veronica Bizzoni, 55 anni, di Dovera, Matteo Brugali, 33 anni, di Brescia, Renata Chiari, milanese di 59 anni, Marco Cucinelli, 32 anni, di Vizzolo Predabissi, Fulvio di Giorgio, 45 anni, romano, Francesco Favalli, 21 anni, di Crema, Enrico Mariani, 37 anni, di Crema, Michele Meloni, 32 anni, di Brescia, Romina Righi, 45 anni, di Modena, e Sandra Zimbardi, 32 anni, di Milano. Gli imputati (tranne quattro, per i quali è stato rimesso il mandato), sono difesi dall’avvocato Sergio Pezzucchi.
Il processo è stato aggiornato al prossimo 7 febbraio.
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