Cronaca

Villa Obizza, fine della corsa
La Fondazione rinuncia:
‘Obiettivo non raggiunto’

Villa Obizza, fine della corsa. Si conclude nel peggiore dei modi con la messa in liquidazione della Fondazione nata nel 2006 per cercare di recuperare la storica villa di Bottaiano, unico esempio di villa palladiana in Lombardia dal crollo. Un lungo lavoro che ha portato all’acquisto dell’antica dimora e alla creazione della Fondazione sostenuta da enti locali e da imprenditori del territorio che hanno cercato di arrivare al recupero della villa e che miravano ad uno sviluppo del territorio. Un’idea che però, dopo aver ottenuto il via libera della Sovrintendenza e il finanziamento di 200mila euro del Ministero per la messa in sicurezza, si è arenata per mancanza di altri fondi. La crisi che ha colpito duramente anche il territorio, ha fatto sì che gli entusiasmi si spegnessero e che oltre alla messa in sicurezza e alla salvaguardia con un copertura in teloni, ormai deteriorati, non ci fosse più nulla. Nonostante l’impegno dei Cda che hanno organizzato eventi, e manifestazioni in favore del progetto, i membri sono stati costretti a guardare in faccia alla realtà e a scrivere la parola fine sul progetto.
Nulla ancora è stato deliberato dal Cda e dall’assemblea dei soci che si riuniranno il prossimo 17 ottobre, ma la cosa sembra ormai inevitabile.
A confermarlo è Giuliano Paolella, vice sindaco di Ricengo, fin dall’inizio in prima linea con il sindaco Feruccio Romanenghi, per la salvaguardia della villa, oltre ad essere membro del Cda della Fondazione.
“Non abbiamo ancora deliberato nulla, ma la scorsa settimana abbiamo convocato un incontro preliminare con i soci, diciamo per tastare il terreno e capire le intenzioni, ma è andato deserto. C’era – spiega – solo il Cda. E questo dice tutto”.
Che la volontà di andare avanti da parte dei soci, imprenditori o comuni, fosse venuta meno, probabilmente dettata dalle tante difficoltà del momento sia per i privati che per gli enti pubblici, era già evidente, come sottolinea lo stesso Paolella, dal fatto che alcuni di loro non avessero pagato la quota annua di appartenenza alla Fondazione, che è di 100 euro per i comuni e 200 per i privati.
Ed ora che succederà?
“Questo sarà determinato dopo che avremo deliberato la messa in liquidazione della Fondazione. E’ inutile continuare perché comunque le spese ci sono e le entrate no. L’obiettivo per cui era nata non è stato raggiunto, quindi deponiamo le armi”. Sarà il liquidatore che verrà nominato a decidere del futuro della dimora che a questo punto sembra destinata al declino finale. Salvo miracoli.
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