Ospedale, i timori dei primari
Tante domande, ma nessuna
certezza sul futuro
Timori, tanti. Risposte, nessuna. Solo una richiesta reciproca di aiuto. Questo in sintesi quanto andato in scena in sala Polenghi nel confronto tra il direttore generale, i dirigenti e i primari con il consigliere regionale, Carlo Malvezzi sul tema della riforma sanitaria della Lombardia. Numeri alla mano il direttore generale, Luigi Ablondi ha messo in evidenza l’efficienza dell’Azienda Ospedaliera di Crema, che rischia di essere ridimensionata sotto i colpi di una riforma ancora allo stato embrionale che però è indigesta a molti. Un ospedale con 851 posti letto nel presidio acuti di Crema, 50 tra Soncino e Soresina per i subacuti, 20 posti lotti a Neuropsichiatria infantile e 20 a Oncologia Medica, un poliambulatorio a Castelleone e la riabilitazione a Rivolta d’Adda. Un nosocomio che serve un bacino di 165mila persone, quindi la metà della provincia; che ha un bilancio di 135milioni di euro e che vanta anche la facoltà di Infermieristica al secondo anno. Oltre ad avere 1350 dipendenti.
“Già in queste condizioni un paziente su quattro deve recarsi altrove. Ora, dopo aver assorbito molto bene la spending review non possiamo più perdere nulla. Questo è un punto di svolta: se ci tolgono ancora qualcosa dovremmo operare scelte dolorose per i cittadini”.
Chiari i timori del direttore generale e dei responsabili dei reparti dell’Ospedale Maggiore, che con questa riforma potrebbe, nel pensiero dei più, non perdere solo l’autonomia della dirigenza, ma anche in servizi ed efficienza. Oltre che perdere pezzi (reparti) importanti. Punto di domanda anche sul futuro dei presidi come quelli di Soresina o Soncino oppure l’unità di Rivolta d’Adda. Paura anche di perdere le professionalità presenti nel nosocomio che se ridimensionato potrebbe essere ritenuto inadeguato per alcuni medici di alto livello come affermato chiaramente dal primario di Otorinolaringoitria, Pasquale Blotta.
Il pensiero era chiaramente rivolto alla recente chiusura del tribunale di Crema, accorpato a Cremona, con la paura che la logica che mira a salvaguardare i presidi del capoluogo a discapito delle città periferiche venga applicata anche agli ospedali e di conseguenza all’Ospedale Maggiore di Crema. Portavoce dei primari che si sono riuniti lo scorso 23 settembre il primario di Nefrologia e Dialisi De Petri che ha introdotto le ansie di tutti ricordando però di non avere un documento su cui ragionare o discutere. A lui ad uno ad uno hanno fatto eco tutti i dirigenti delle varie Unità operative dell’ospedale che hanno portato i loro punti di vista sulla riforma. “Noi medici vogliamo essere interlocutori di questa riforma, e siamo pronti a mostrare i nostri punti di forza ai consiglieri regionali perché possano andare in consiglio a sostenere le nostre richieste”, ha detto il dottor De Petri. “Questa città ha già dato in fatto di razionalizzazioni in favore di Cremona. Abbiamo perso il tribunale, così come non esiste più un pronto soccorso tra Crema e Cremona, chiuso Soresina, cosa inconcepibile”, ha sottolineato il responsabile dell’unità operativa di Cardiologia, Giuseppe Inama.
Una serie di preoccupazioni messe sul tavolo del consigliere regionale Malvezzi che dopo aver specificato che per il momento non esiste un progetto di legge relativo alla razionalizzazione delle aziende ospedaliere e Asl, si è messo a disposizione per un lavoro congiunto per la salvaguardia delle eccellenze del territorio. “Questa riforma rischia di essere ancora una volta una di quelle che perdono di vista la realtà ed i bisogni. Non sono per una battaglia di campanile, ma per la certezza della cura. Ora bisogna capire come coniugare la certezza della cura con la questione del risparmio. Per questo abbiamo chiesto come gruppo del Pdl di rallentare questo approccio frettoloso e imprudente che genera sconfitti. Abbiamo chiesto un brusca frenata. Io voglio giocare questa partita e per questo avevo già proposto a luglio una consulta territoriale con direttori generali, Asl, consiglieri, parlamentari e sindaci per arrivare a mettere al centro le persone e i bisogni. Quindi chiedo a voi un aiuto: datemi gli elementi per essere utile”.
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