Cronaca

Tribunale: primo
giorno di fusione,
palpabile il malcontento

Palpabile, in questo primo giorno effettivo di accorpamento, il malcontento di coloro che sono stati costretti ad abbandonare l’ex tribunale di Crema per venire a lavorare a Cremona. “Abbiamo lasciato l’efficienza per un tribunale inefficiente”, ha detto una dipendente. “Si sono mossi in ritardo tutti”, è stata la lamentela più frequente. “Quando ci saranno le elezioni politiche se ne accorgeranno. Siamo stati trattati come lavoratori di serie B, altro che è tutto a posto, solo a parole”. Un “disagio” anche il viaggio in treno, quaranta chilometri che separano Crema dal capoluogo. “Ventidue euro e 90 euro l’abbonamento settimanale. Per essere qui alle otto dobbiamo prendere il treno che parte da Crema alle 6 e 29. Arrivo a Cremona alle 7,16”. Sempre che non vi siano ritardi. “Poi dalla stazione al tribunale ci sono venti minuti a piedi”.
Malcontento anche sotto il profilo della sicurezza, tanto che il rappresentante di F.I. Cobas di Crema Fulvio Di Giorgio ha già annunciato l’intenzione di presentare un esposto presso i vigili del fuoco sulle problematiche relative alla sicurezza sul luogo di lavoro.
Intanto, in un tribunale ancora sottosopra per le operazioni di trasloco, sono riprese, dopo la pausa estiva, le udienze penali. Gli avvocati penalisti, però, sono in sciopero dal 16 al 20 settembre per la riforma della giustizia e per il problema dell’emergenza carceri (non tutti hanno aderito all’astensione indetta dalla Camera penale). Quindici i processi chiamati oggi in un’unica udienza presieduta dal giudice Pierpaolo Beluzzi. Sul foglio di udienza i due processi di Crema erano contrassegnati con l’evidenziatore blu. Per ora le udienze monocratiche di Crema sono state fissate il lunedì e il venerdì.
Mattinata movimentata, quella di oggi, per il continuo viavai di magistrati (il procuratore di Crema Daniela Borgonovo è arrivato in macchina), avvocati e personale da Crema (i 15 dipendenti sono stati accompagnati in una visita guidata dalla dirigente Laura Poli). Tutti cercavano di districarsi in una realtà poco conosciuta e soprattutto ancora poco accettata.

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