Alternativa, ex lavoratori ‘lasciati soli’
Capetti: ‘Oltre la metà ancora a casa
e nessuno si fa più sentire”
Ha chiuso i battenti da circa un anno, ma dei 170 dipendenti oltre 100 sono ancora senza lavoro. E la rabbia, soprattutto delle famiglie dei disabili, cresce. Si tratta della cooperativa L’Alternativa di Santa Maria, nata circa 30 anni fa, e che la scorsa estate ha annunciato la chiusura con la messa in cassa integrazione dei dipendenti. E con la promessa, non mantenuta, dicono i genitori ed ex lavoratori, di non lasciare nessuno solo. Così a distanza di un anno, tre soli mesi di cassa integrazione pagata, la polemica scoppia. A sollevarla è Luciano Capetti, ex assessore e ex presidente di Comunità Sociale Cremasca e soprattutto genitore di uno degli ex lavoratori della cooperativa.
Capetti lamenta il silenzio e la solitudine in cui sono stata lasciate le famiglie e i lavoratori, in pratica gli ex soci che ad oggi non sono ancora occupati. Cioè la maggior parte, soprattutto dei circa 60 diversamente abili che la cooperativa impiegava.
“Non avrei mai voluto arrivare a fare una conferenza stampa del genere perché nel progetto della cooperativa ho creduto fin dall’inizio quando fu fondata da Teresio Ghiozzi a Palazzo Terni de Greegory. Ma mi vedo costretto visto il silenzio di mesi nei confronti degli ex lavoratori ex soci. Mi chiedo dove sia finita la solidarietà e la dignità che caratterizzava la cooperativa. Prima eravamo tutti una grande famiglia, ora nessuno si fa più sentire”, esordisce Capetti, ricordando che dei circa 60 ex lavoratori reimpiegati, 30 sono stati assorbiti dal Consorzio Arcobaleno, guidato ora da due ex soci de L’Alternativa, Luciano Ricci e Simona Scandelli, 13 da Ancorotti Cosmetics e altri 14 dalla cooperativa La Tela fondata da Ghiozzi a Ticengo. Di questi solo quattro o cinque sono disabili.
“Anche in questa vicenda a pagare sono stati sempre i più deboli e in questo caso i disabili. I professionisti del sociale hanno sviluppato le loro attività e i disabili, che hanno magari capacità produttiva inferiore, ma non sono scemi, sono rimasti a casa. Anche loro hanno diritto di avere risposte e di partecipare alla vita sociale, quindi mi auguro, che almeno la Provincia come aveva promesso metta in campo corsi e progetti per coinvolgere tutti”, insiste Capetti, che punta il dito anche contro l’iniziativa messa in campo dal Consorzio Arcobaleno per sabato e domenica ai chiostri del Sant’Agostino.
“E’ inutile fare convegni, se poi si lasciano da sole le persone”, dice. E parafrasando il titolo del convegno “Centra, decentra”, mostra due loghi: “Cooperativa Alternativa, Io c’entro”, “Solidarietà, dignita, Non c’entro”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA