Statua del re, è ancora polemica
‘Sfregio ai sentimenti repubblicani’
‘E utilizzo anche di soldi pubblici’
Monta la polemica per la statua di re Vittorio Emanuele II posizionata in piazza Aldo Moro che dopo il restauro, sarà inaugurata ufficialmente domani mattina, 7 settembre. Sabato ci sarà la consegna ufficiale alla città. Le proteste continuano. Malumori sono emersi in città per la “cancellazione” di sei parcheggi per far posto all’opera. E con una nota il capogruppo di Rifondazione-Federazione della sinistra, Mario Lottaroli, sottolinea, in modo critico, che il restauro e la ricollocazione del monumento “costano alla collettività 41.600 euro”: “36.000 euro provenienti dalla Regione Lombardia e 5.600 euro provenienti da un fondo della Provincia di Cremona, un consistente contributo che si poteva spendere per fini socialmente utili, questi sì, davvero nobili”. “Considero la ricollocazione del monumento – dice Lottaroli – un affronto ai sentimenti resistenti e antifascisti della città, ma anche ai sentimenti repubblicani ed autenticamente risorgimentali dei patrioti che aspiravano ad un’Italia senza i Savoia ed i loro cortigiani. La ricollocazione del monumento è responsabilità della Giunta Bruttomesso e dei partiti di centro-destra, ma anche demerito dei partiti del centro-sinistra e delle organizzazioni democratiche della città, che hanno pigramente subito questa iniziativa, non ne hanno colto il valore simbolico, di rivincita sulla storia che questa statua rappresenta per la cultura di destra, oggi egemone in città”.
“La data scelta per l’inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II – attacca il capogruppo di Rifondazione – è davvero appropriata: precede di un soffio la ricorrenza della vergognosa fuga dei Savoia (8 settembre 1943), rifugiatisi di gran carriera tra le braccia delle truppe alleate dopo aver proclamato l’armistizio, lasciando la popolazione indifesa tra le grinfie degli aguzzini nazifascisti e senza una direzione autorevole di quel che rimaneva del regio esercito”. E ancora: “Sono convinto che, per l’effige del monarca che a Genova, nell’aprile del 1849, fece massacrare dall’esercito sabaudo 500 cittadini che chiedevano la costituzione della repubblica, i magazzini comunali fossero il luogo di permanenza più appropriato; magazzini nei quali l’aveva cacciato, alcuni giorni dopo il referendum del 2 giugno 1946, un gruppo di resistenti, definiti vergognosamente ‘facinorosi cremaschi’ nella targa tuttora presente al museo civico. La presenza sgradita e ingombrante della statua di un Savoia è il monumento alla restaurazione e all’inconsistenza dell’intellighenzia progressista di Crema”.
Toni polemici anche dal parlamentare di Sel Franco Bordo, che dichiara in una nota: “Sono un Parlamentare della Repubblica Italiana e il mio impegno si muove tutto nella direzione del contributo che posso dare al nostro Paese e al mio territorio. L’Italia, figlia della Resistenza, è democratica e la fonte del potere è il popolo: è lì che risiede la sovranità. Non sudditi ma cittadini, non case reali ma Parlamento. Coltivare in tutti e tutte, specialmente nelle nuove generazioni, la conoscenza e la passione per l’uguaglianza, la democrazia e le istituzioni repubblicane: credo fortemente che sia questa una priorità per tutti noi e questi scopi non si perseguono certamente attraverso il riposizionamento di una statua ad un vecchio re, fatta saltare in un recente passato, e restaurata anche con soldi pubblici. Crema non sentiva la mancanza di questa statua e i non pochi soldi impegnati, pubblici e privati che siano, potevano essere bene utilizzati per altri progetti, per delle necessità. Sarei incoerente con il mio mandato parlamentare se fossi presente alla presentazione di sabato: esprimo forte dissenso per un’operazione che è uno sfregio alla vocazione democratica e repubblicana del nostro Paese”.
Domani mattina, alle 9,30, mezz’ora prima dell’inaugurazione ufficiale, Sinistra ecologia e libertà sarà in piazza per una protesta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA