Cronaca

Tribunale, sindaci pronti al ricorso
Bonaldi: “Non so se concederemo
l’uso della struttura come archivio”

Comuni pronti a ricorrere al Tar contro la soppressione del tribunale. E non solo: in caso il ministero non ascolti le istanze portate a Roma, il sindaco Stefania Bonaldi valuterà se concedere o meno l’uso del tribunale come archivio. Queste in sintesi le iniziative che potrebbero essere messe in campo in caso di un altro no alla proroga all’apertura del Palazzo di Giustizia, che il 13 settembre dovrebbe essere accorpato a quello di Cremona.
Oggi, in un lungo confronto con il sottosegretario Cosimo Ferri a Roma, i sindaci Bonaldi, Doriano Aiolfi, Paolo Riccaboni e le parlamentari Cinzia Fontana e Silvana Comaroli, insieme al vice presidente del consiglio comunale, Antonio Agazzi, all’ex vice presidente della giunta regionale, Gianni Rossoni e all’avvocato Martino Boschiroli, hanno ribadito la contrarietà del territorio all’accorpamento con Cremona, senza una proroga di almeno cinque anni per l’attività giudicante.
“La delegazione , – si legge nel comunicato congiunto di tutti i presenti – pur riscontrando la criticità del contesto generale in cui il caso del Tribunale di Crema e del Cremasco si inserisce, ha rappresentato con forza i numeri del nostro Tribunale, 151mila cittadini serviti ed efficienza ai vertici nazionali.
La delegazione nell’apprendere del possibile varo di un decreto correttivo, ha chiesto di inserire Crema fra i Tribunali per i quali prevedere una proroga per l’attività giudicante. Decreto il cui iter si presenta difficoltoso e suscettibile di modifiche anche in considerazione di una situazione dinamica, che nelle ultime ore registra non poche azioni di recupero in extremis con l’assegnazione di proroghe delle sedi dei tribunali accorpati per l’esercizio di attività giudicante”.
Dura la protesta della delegazione cremasca anche di fronte al fatto che Crema risulta essere l’unico tribunale a non aver ottenuto proroghe all’attività giudicante. Al pari solo una ventina di sezioni distaccate.
“Circostanza che si ritiene inaccettabile – dicono i membri della delegazione – in quanto i cittadini cremaschi, oltre a subire il danno della soppressione del presidio giudiziario e dunque del servizio giustizia ai cittadini, si troverebbero a dovere sostenere i costi della sola attività di archivio. In un contesto così magmatico – prosegue il comunicato – e discrezionale, in una sorta di assalto alla diligenza in cui l’arbitrarietà prevale sul rigore e sull’efficienza, il sindaco di Crema ha informato il Sottosegretario che, in carenza di una proroga anche per l’attività giudicante, si riserva di revocare la concessa disponibilità all’uso della struttura. Nel contempo, – conclude la delegazione – di concerto con gli enti locali del territorio, istituzioni ed associazioni si profila la tutela giurisdizionale con un ricorso in via amministrativa, nei confronti degli atti soppressivi del tribunale. Inoltre, attesa la manifesta, clamorosa ingiustizia di tutta la vicenda del nostro Tribunale, consumata a danno della comunità cremasca, si valuteranno ogni altra possibile azione per raggiungere l’obiettivo”.
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