Cronaca

Accorpamento tribunale,
gli ufficiali giudiziari si restringono
Sindacati: ‘Condizioni di pericolo’

Foto Francesco Sessa

Si avvicina a grandi passi il 13 settembre, data prevista, salvo proroghe (ormai improbabili), dell’accorpamento del tribunale di Crema a quello di Cremona. Intanto a palazzo di giustizia di Cremona sono cominciati i lavori di adeguamento per accogliere il personale che arriverà da Crema. E con essi i problemi per una situazione che, a detta dei lavoratori, definire critica è poco. Gli operai di una ditta di traslochi di Brescia hanno cominciato a spostare arredi e mobilio negli uffici a pieno terra degli ufficiali giudiziari. Il personale di Cremona è composto da 11 persone, a cui, in seguito all’accorpamento, se ne aggiungeranno altre tre da Crema, un assistente proveniente da Salò e un’incaricata delle Poste che si occuperà delle notifiche a mezzo posta. In tutto 16 persone che dovranno lavorare in spazi di 65/70 metri quadrati. Dove ? In quattro stanze, di cui due estremamente anguste dove dovranno convivere due persone. Tutto questo senza contare che il personale in arrivo si presenterà nei nuovi ambienti munito di arredi e computer che si porterà via da Crema, dove per il momento nulla si muove.

Una situazione intollerabile, per gli ufficiali giudiziari cremonesi, come ha riferito il rappresentante sindacale Raffaele Di Pumpo, che nel frattempo ha già mandato una segnalazione al presidente del tribunale Ines Marini e ai responsabili sindacali dei tribunali di Cremona e Crema. Oggetto: “segnalazione di condizione di pericolo”. Stessa mossa da parte del rappresentante di F.I. Cobas di Crema, Fulvio Di Giorgio, che ha presentato un esposto alla procura per segnalare la mancanza dei requisiti di sicurezza e per il mancato accesso agli atti. Di Giorgio ha confermato che “nulla si sta muovendo al palazzo di giustizia di Crema: siamo ancora qui e non sappiamo nulla, a parte il fatto che tra il 13 e il 14 settembre dobbiamo trasferirci a Cremona. Dove io non entrerò. Una volta sul posto avviserò i vigili del fuoco per fare dei controlli sull’edificio e sull’agibilità dello stesso”.

“Il 13 settembre”, si legge, “è previsto l’accorpamento del tribunale e della procura della Repubblica di Crema con i correlati uffici di Cremona presso il palazzo Silva Persichelli, scelta infausta nella misura in cui tutto il personale giudiziario interessato si vedrà costretto a ‘restringersi’ nei propri uffici per far spazio al nuovo personale e all’arredo necessario allo svolgimento dell’attività lavorativa, producendo un disagio insostenibile per se stessi e per tutti i cittadini fruitori”. “A tutt’oggi”, spiega Di Pumpo, “non è stata effettuata alcuna verifica e conformità a quanto stabilito nel D. Lgs 81/08, ai requisiti indicati nell’allegato IV inerente i luoghi di lavoro/uffici giudiziari di Cremona. In particolare l’ufficio Nep contesta la modalità di creare spazio negli uffici fino ad ora a loro destinati, obbligando 16 dipendenti ad operare in due stanze, di dimensioni non idonee, con evidenti problemi correlati alla sicurezza, alla salubrità e alle misure contro l’incendio”. “Si rammenta”, si legge nella comunicazione, “che il luogo di lavoro deve essere conforme alle norme, ritenendo lo scrivente che le misure di prevenzione e protezione adottate e i mezzi impiegati per attuarle dall’azienda non siano idonei a garantire la sicurezza e la salute durante il lavoro, così come previsto dagli obblighi di legge”.

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