Scuola, famiglie costrette a
pagare i contributi facoltativi
Chiesto l’intervento del sindaco
La ‘guerra’ dei contributi scolastici finisce in sala degli Ostaggi. Da alcuni mesi i ragazzi del Comitato scuola pubblica, guidato da Alessio Maganuco, lamentano le pressioni ricevute da parte dei dirigenti scolastici di alcuni istituto cremaschi tra i quali il liceo Racchetti e il Pacioli, perché le famiglie paghino i cosiddetti contributi, che dovrebbero essere volontari, ma che di fatto diventano obbligatori. Pena: l’esclusione da alcune attività scolastiche, come laboratori, accesso ad internet e quant’altro considerato non strettamente legato alla didattica.
La questione, che pare non essere una prerogativa cremasca, è finita quindi sul tavolo del capo dipartimento del Miur, Lucrezia Stellacci, la quale attraverso due circolari, una del marzo 2012 e una del marzo 2013, ha specificato prende posizione ricordando che i contributo sono volontari e che quindi non possono essere richiesti agli studenti che non intendono o non possono pagare. “Si ricorda – recita la nota del Miur – che qualsiasi discriminazione ingiustificata a danno di studenti derivante dal rifiuto di versamento del contributo in questione, sia in termini di valutazione che disciplinari, risulterebbe del tutto illegittima e del tutto lesiva del diritto allo studio dei singoli”.
Ora a chiedere al sindaco Stefania Bonaldi perché, saputo che anche a Crema alcuni istituti chiedono agli studenti un contributo di circa 200 euro, si attivi per un confronto e un controllo per garantire il diritto allo studio dei ragazzi, sono i consiglieri di maggioranza. In una interrogazione Emanuele Coti Zelati (Sel), Mario Lottaroli e Piergiuseppe Bettenzoli (Rifondazione Comunista), Dante Verdelli (Lavoro e impresa), Gianluca Giossi, Paolo Valdameri, Luigi Galvano, Emilio Guerini, Lidia Severgnini (Pd), Walter Della Frera (Crema Bene comune) e Sebastiano Guerini (Buongiorno Crema) specificano, infatti, di aver appurato che “anche in alcuni Istituti di Istruzione Superiore della nostra città sono state segnalate richieste di contributi di quasi 200 euro all’anno” e che “esiste la possibilità che in alcuni Istituti di Istruzione Superiore della nostra città si possano verificare le condizioni affinché non vengano applicati completamente i principi costituzionali”.
Per questo chiedono, “seppure la titolarità degli indirizzi e della gestione scolastica riferita alla Scuola Secondaria di Secondo grado non è in capo all’amministrazione comunale” che il sindaco apra comunque un confronto con gli istituti della città quanto prima. Un appoggio in più per la battaglia intrapresa da tempo dal Comitato scuola pubblica.
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