Bus per Milano, i nuovi orari
non piacciono: pendolari e
sindaci sul piede di guerra
E’ entrato in vigore solo il 10 giugno ma il nuovo piano degli orari non piace ai pendolari. E neppure ai comuni. Sul piede di guerra, infatti, i pendolari dipendenti dell’Eni che con questo nuovo piano, non solo si sono visti allungare i tempi per arrivare a casa dopo il lavoro, ma anche devono raggiungere la metropolitana o la fermata sulla Paullese a piedi, col rischio che il bus non si fermi.
A sposare la battaglia di coloro che si sono visti imporre dall’alto questi cambiamenti anche i sindaci di Bagnolo Cremasco, Doriano Aiolfi, Vaiano Cremasco Domenico Calzi e Monte Cremasco, Achille Zanini. I tre primi cittadini si sono fatti carico dei problemi dei loro pendolari e hanno immediatamente scritto una letttera indirizzata al presidente della Provincia Massimiliano Salini, all’assessore ai Trasporti, Giovanni Leoni, al direttore di Adda Trasporti, Corrado Bianchessi e ai consiglieri regionali, Agostino Alloni, Federico Lena e Carlo Malvezzi.
Sotto accusa le corse nella fascia oraria tra le 7,50 e le 16,50 che con il nuovo orario, soprattutto quelle in partenza da San Donato con destinazione i tre comuni, hanno visto posticipato l’orario di partenza oltre a prevedere un percorso all’interno di tutti i comuni. Questione denunciata anche degli stessi lavoratori Eni. Una scelta che penalizza i pendolari. Per questo sia i lavoratori che i sindaci hanno chiesto all’azienda delle modifiche del percorso e degli orari. In particolare i comuni hanno chiesto il ripristino delle corse seimidirette delle 13,30, 14,30 e 15, 30 con la cancellazione di quelle delle 13,50, 14,50 e 15,50 previste dal nuovo orario entrato in vigore da due giorni. Inoltre i comuni ribadiscono all’azienda una richiesta già fatto più volte: quella di istituire un bus navetta per Lodi oppure di prevedere la possibilità di effettuare la corsa attraverso il MioBus.
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