Provincia, Piano cave in formato ‘mini’
Niente effetto Expo su strade e costruzioni
Sarà un Piano cave in formato minimale, corrispondente al contesto di stagnazione economica del momento, quello che andrà in adozione martedì prossimo 28 maggio in Consiglio Provinciale. Si tratta del documento programmatorio decennale (2013 – 2023), che definisce siti e quantitativi massimi estraibili di sabbia, ghiaia, argilla, sul territorio provinciale. Non ci saranno grosse novità rispetto al Piano in scadenza, che oltretutto non è andato completamente esaurito, con residui ancora disponibili di 12,5 milioni di metri cubi per sabbia e ghiaia e 3 milioni per argilla. Il nuovo Piano ne aggiunge rispettivamente 5,8 e 1,4 milioni. A questi volumi vanno aggiunte poi le cave attivabili per la realizzazione di opere pubbliche (cave di prestito, per altri 16,4 milioni di metri cubi) come poteva essere il polo estrattivo di San Sigismondo che alla fine, dopo le polemiche e il no di uno dei partiti di maggioranza, la Lega, è stato accantonato. Cinque i nuovi siti individuati, in altrettanti comuni del territorio: Castelleone, Spinadesco, Formigara, San Daniele Po, Martignana Po.
Non aumentano i volumi estraibili, rispetto al passato e d’altra parte la relazione preparatoria al Piano, realizzata nel 2011 dall’Università Cattolica, parla chiaro: ’Ipotizzare che sia desiderabile lasciare specializzare l’economia locale nel settore estrattivo, come potrebbe avvenire se si concedessero ampi quantitativi nel nuovo Piano, significa quindi mettere in gioco grandi quantità di risorse non rinnovabili e di territorio, dotato di valide alternative economiche d’uso, per ottenere un ritorno di sviluppo economico piuttosto limitato. Non va dimenticato a tale riguardo che il settore cave occupa mediamente in provincia, secondo i dati derivanti dalle dichiarazioni degli operatori, tra gli 80 e i 90 addetti, di cui 20-30 rappresentati da imprenditori, per un valore lordo della produzione di sabbia e ghiaia intorno a 5 milioni/€.’
Lo studio mette in evidenza l’andamento negativo del settore costruzioni e delle opere pubbliche e non affida speranze di ripresa nemmeno all’Expo 2015, anche se va evidenziato che il documento è stato realizzato a febbraio 2011 e quindi da questo punto di vista appare datato. ‘L’esame delle cifre – si legge – di impatto stimato prodotte da due diversi studi indica che l’effetto di attivazione sulle attività estrattive, che si trovano all’inizio della catena produttiva, dipenderà criticamente da quanta parte dell’importante effetto EXPO atteso si eserciterà sul sistema economico lombardo (…) non si ritiene di modificare le previsioni numeriche precedenti per tenere conto di un ‘effetto EXPO 2015’.
Un atteggiamento molto prudente, quindi, che seppure basato su dati economici di due anni fa, non viene mutato nella delibera finale che andrà in approvazione martedì prossimo in Consiglio. I documenti del nuovo Piano Cave saranno disponibili dal 28 maggio sul sito Internet dell’amministrazione provinciale.
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