‘Pd ora paladino della lotta
alla ludopatia, ma sale
Bingo create da D’Alema”
Si parla tanto, in questo periodo, di sale gioco, di famiglie in difficoltà perchè gli italiani si buttano sempre di più in questa pratica che dilapida patrimoni e mette in crisi famiglie. Se ne è parlato anche in Consiglio Comunale a Crema Martedì 21 Maggio u.s., grazie a una Mozione contro la ludopatia presentata dai Consiglieri del Movimento 5 stelle. L’occasione è stata presa al balzo dalla Maggioranza di centro-sinistra, in particolare da qualche imprudente Consigliere del PD, per spiegarci quanto siano bravi i Sindaci appunto del PD – tra cui quello di Crema – in prima linea, in tutta Italia, nel contrasto al gioco d’azzardo e alla Ludopatia. Sarà bene ricordare come esplose in Italia, tutto sommato non molti anni orsono, per esempio il fenomeno delle sale Bingo. Presidente del Consiglio dei Ministri era Massimo D’Alema, che rilasciò 420 concessioni statali per l’apertura di altrettante sale Bingo nel Paese. Una di queste aprì anche a Crema, zona Ipercoop: Sindaco della città era Claudio Ceravolo, Assessore all’Urbanistica Agostino Alloni, entrambi dei DS (ultimo nome assunto dal P.C.I.-P.D.S. prima di quello attuale, PD), esattamente come il Premier dell’epoca D’Alema. A denunciare quanto stava accadendo in Italia in particolare il quotidiano cattolico Avvenire: “pur di fare soldi ci si getta in un affare poco nobile”; “oltre 400 sale – create nel 2001 – che garantiscono introiti immensi”. Scriveva Avvenire il 01/07/2001: “mai visti tanti uomini vicini ai DS davanti alle cartelle del Bingo. La metà delle sale pronte ad aprire saranno gestite da chi è in qualche modo legato alla Quercia. Duecentododici sale su quattrocentoquindici. Più della metà. Un business che va dai settanta ai centocinquanta miliardi l’anno per sala. Difficile resistere. I ‘D’Alema boys’ hanno fatto tombola prima ancora che si cominciasse a giocare. Hanno fondato una società, la Formula Bingo, e fatto il lavoro migliore. I frutti si sono visti. Già, ma perché D’Alema boys? A loro il nome non piace. Ma come sanno tutti nessuno può sceglierselo. Sta di fatto che lo staff di Formula Bingo vede alla vicepresidenza Luciano Consoli (militante PCI sezione Trastevere) e nessuno può negare che sia un amico dell’ex Presidente del Consiglio diessino. Così come non passa inosservata la sede della società: Via San Nicola de Cesarini al 3, Roma. Nello stesso palazzo dove si trovano gli uffici di ‘Italianieuropei’, la fondazione creata da D’Alema…“.
Mesi prima, il 20/1/2001, sempre Avvenire specificava che Formula Bingo “è posseduta per metà da una banca, la London Court, a sua volta guidata da un vecchio amico di D’Alema, Roberto De Santis. Così amico che è stato lui a cedere al leader diessino la fin troppo nota barca Ikarus. Ma la London Court ha un altro azionista al 50%, la Chance Mode Italia, il cui patrono è un altro amico di d’Alema, Luciano Consoli…”. L’accusa arriva anche da sinistra. Marco Travaglio, durante un raduno ad una convention girotondina, parlando del governo D’Alema si lascia scappare una frase piuttosto imbarazzante: “Quelli sono entrati a Palazzo Chigi con le pezze al culo, e ne sono riusciti ricchi“. Perché queste accuse? Per la missione Arcobaleno, i rapporti con Colaninno, l’inchiesta sulla Banca del Salento, e i “D’Alema boys”, “imputati di improvvisa fama e ricchezza”(Corriere della Sera, 16/1/2004). Per tutte queste ragioni, reputo importante l’iniziativa del Movimento 5 stelle contro la Ludopatia; da salutare con favore il pronunciamento positivo del Consiglio Comunale di Crema e l’impegno contro la Ludopatia della Giunta Bonaldi; ma trovo sconveniente il tentativo del PD di autorappresentarsi come chi è in prima linea a risolvere una piaga sociale, visto che sono i Suoi uomini più rappresentativi ad aver contribuito a diffonderla. E’ un po’ ciò che sta accadendo sul tema della revisione – la montagna finirà con il partorire un topolino – delle Società Partecipate a Crema: ebbene, avendo il Sindaco Bonaldi ritenuto opinabilmente di incaricare l’On.le Renato Strada di affiancarla – in qualità di esperto!? – in tale operazione di “superamento” di quello che io definisco un residuo di Socialismo reale applicato agli Enti locali, alias Socialismo municipale,…anche in questo caso si pretende di far assurgere al ruolo di ”becchino”/liquidatore di un sistema…la levatrice”/l’ostetrica del medesimo. Un Consigliere che sia autenticamente all’opposizione ha il dovere di svelare ai cittadini tanta doppiezza.
Antonio Agazzi
Capo Gruppo di “Servire il cittadino” in Comune a Crema