Scrp, cda a cinque membri
Esulta il centrodestra
Ma qualcuno punta il dito:
“Mantenute le poltrone”
Una testa, un voto. Questo il principio seguito dai sindaci per arrivare ad una decisione condivisa, e non necessariamente unanime, in merito al futuro dell’organo di dirigenza di Scrp. E così è passata la linea del centrodestra: un Cda formato da cinque persone, delle quali tre scelte tra i dipendenti della società stessa o dei soci cioè dei comuni. Due a nomina dell’assemblea dei sindaci. Al contrario il centrosinistra, con il sindaco di Crema Stefania Bonaldi e quello di Montodine che ricopre la carica di coordinatore del Pd, era orientato verso un amministratore unico. Se il voto fosse stato espresso a quote, con comuni ‘importanti’ nel senso detentori di maggiori quote, quali Crema e Pandino pro amministratore, con ogni probabilità sarebbe passata la linea del centrosinistra. Soddisfazione nel centrodestra, un poco meno nel centrosinistra.
“Noi – afferma il sindaco di Montodine, nonché coordinatore del Pd, Omar Bragonzi, – ritenevamo importante, visto che si parla di riduzione delle società e di liquidazione di alcune, avere un unico amministratore e un comitato riconosciuto di sindaci. Abbiamo fatto un percorso con il metodo della condivisione, che non si chiama unanimità. Per questo – aggiunge – abbiamo iniziato questo percorso in comune tra sindaci, per dare un ruolo forte dal comitato ristretto. Ora dobbiamo capire come fare a riconoscere questo ruolo formalmente dal punto di vista giuridico”.
In pratica basta con l’egemonia dei partiti nelle scelte delle partecipate che di fatto sono di proprietà dei comuni. “Spero almeno che passi il principio condiviso che i due amministratori che verranno nominati avranno lo stesso compenso di un amministratore unico, diviso due. Gli altri tre saranno dipendenti o delle società stesse o dei comuni soci, di conseguenza non percepiranno compensi”.
Ora la partita si gioca sulla scelta del presidente e del vicepresidente. Sì, perché il presidente avrà un ruolo rappresentativo, mentre il vice presidente di amministratore delegato. “Per questo anche avremmo preferito un’unica persona che concentrava in sé tutti i poteri”, ha concluso il coordinatore del Pd. Una scelta quindi che non potrà che portare a ulteriori scontri.
Soddisfazione, invece, in casa Pdl per la linea passate che rappresenta quella indicata sia dal documento diffuso a Crema che dall’assemblea provinciale del partito. “Noi non avevamo dubbi, tutti gli esperti che avevamo interpellato ci avevano detto che non era possibile arrivare all’amministratore unico. Il sindaco di Crema si era spinta in una operazione non cristallina e siamo soddisfatti che i sindaci di centrodestra abbiano seguito le nostre indicazioni nel mantenimento del Cda, perché parlare di risparmio va bene, ma la questione va presa con le pinze: fa scena ridurre il numero ma se va a discapito della qualità. Poi in una fase di gestione come questa una sola persona come fa a rappresentare tutti?”. Questo il pensiero espresso dal coordinatore cremasco del Pdl, Enzo Bettinelli.
Pensiero che ha portato in sindaci di centrodestra a votare compatti per il cda. Anche se, a quanto pare, non sono stati pochi quelli che ‘si sono turati il naso’ prima di votare per il cda. Il timore, da parte dei sindaci è chiaro: passare per coloro che vogliono mantenere le poltrone a tutti i costi. Coloro per i quali, come ha azzardato qualcuno, le partecipate rappresentano il cosiddetto ‘poltronificio’. La questione pare sia uscita chiara durante la votazione che ha portato alla scelta del cda anziché dell’amministratore unico. Ora peró, dicono i primi cittadini, bisogna andare avanti insieme e togliere l’egemonia dei partiti nelle scelte, che devono essere nelle mani dei comuni.
“La mia posizione sull’amministratore unico è stata resa pubblica in ogni intervento e non è cambiata in assemblea. Naturalmente se l’orientamento maggioritario dei sindaci è per il cda a cinque mi adeguo perché al momento la priorità è la coesione territoriale”, ha commentato il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi.
Ma a quanto pare il centrosinistra non demorde e non intende battere in ritirata: potrebbe chiedere un amministratore unico per un’altra società, Scs Gestioni.
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