Spettacolo

Remulàs, stasera l’ultima
a Capergnanica, la prossima
stagione a Crema Nuova

Nella foto, i Pieranichesi, una delle tante compagnie che ha preso parte a Remulas set

“Grazie e arrivederci. Anzi addio”. Strasera, sabato, al teatro di Capergnanica va in scena l’ultimo atto della stagione di Remulas. Il diciottesimo appuntamento vede la compagnia dei Sbrufù da Pandì salire sul palcoscenico del teatro S. Giovanni Bosco per recitare Che da solcc ga n’è no! Ma prima di cedere il posto agli attori pandinesi, il direttore e anima da sempre della rassegna Remulas, Pier Giorgio Ruggeri, la più corposa e completa stagione riservata alle compagnie dilettantistiche (prevalentemente) dialettali comunicherà un bilancio. Ma dirà anche addio al teatro di Capergnanica. E spiega il perché di questa decisione.

“I problemi politici del paese hanno travolto anche il teatro. Quando mi sono recato dal parroco per avere la conferma dell’uso a pagamento della struttura della parrocchia per organizzare l’ottava stagione, ho avuto assicurazioni. Quindi, ho cominciato a lavorare per il prossimo anno. Ma due settimane più tardi il parroco mi ha riferito che non era in grado di garantirmi il teatro ì, sempre al pagamento di un affitto. Di fronte all’incertezza del parroco, evidentemente avvicinato da elementi politici che ritengono, a ragione, di poter mettere le mani anche sul teatro, stoppando la mia iniziativa, non ho fatto altro che cercare un’altra location che, per la verità, ho facilmente trovato. Quindi, Remulas ott andrà in scena nel cinema teatro di Crema Nuova”.

Per quanto riguarda la stagione che chiude stasera, sono state programmate 18 commedie che hanno visto oltre 2000 spettatori paganti. Questo porta il totale delle commedie rappresentate a Capergnanica a 84, per un totale di 10mila spettatori paganti e un volume d’affari di 50mila euro. Di questi, circa 16mila sono andati alla parrocchia e circa 19 mila a pagare i rimborsi spese alle compagnie partecipanti. Alla Siae sono stati pagati 5000 euro, altrettanti sono finiti in spese di pulizia e tipografia e sempre 5000 sono stati versati all’Iva. Naturalmente al direttore e a chi con lui ha permesso la realizzazione delle sette stagioni non è andato un euro.

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