Piano d’area fermo al palo,
infrastrutture inesistenti
Con Bre.be.mi il Cremasco
sommerso da traffico
Nelle foto di repertorio, un cantiere Bre.be.mi e la firma del Piano d’Area
Poco più di un anno, estate 2014, e la Bre.be.mi., l’autostrada Brescia-Bergamo-Milano, sarà pronta. Ad annunciarlo il presidente della società, Francesco Bettoni, qualche giorno fa, al momento della stipula dell’accordo con un pool di finanziatori composto da Cassa Depositi e Prestiti SpA, Banca Europea per gli Investimenti, Sace Spa, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Centrobanca Spa (Gruppo Ubi Banca), MPS Capital Services Banca per le Imprese Spa e Credito Bergamasco, che hanno finanziato 1,818 miliardi di euro per completare l’opera. Una infrastruttura attesa anche nel Cremasco, che come contropartita riceverà la realizzazione del secondo lotto della nuova 591, che congiungerà direttamente con il casello di Isso-Sola. Questo per quanto riguarda la parte est del territorio. Ma ad ovest? Qui l’arrivo della nuova autostrada, che di per sé potrebbe essere una opportunità di sviluppo, comincia a preoccupare. E non poco: perché quella zona del territorio rischia di essere sommersa dal traffico che inevitabilmente, soprattutto per quanto riguarda Capralba, transiterà in centro paese.
Il problema, sollevato dal consigliere regionale, Agostino Alloni, durante l’incontro con la Libera Associazione Artigiani, che chiede infrastrutture per rilanciare il territorio. Se da un lato c’è la necessità di un collegamento diretto anche per quanto riguarda la zona industriale di Santa Maria, praticamente irraggiungibile dai mezzi pesanti (Cremosano ha chiuso l’accesso alla città, così come Campagnola, mentre Pianengo ha concesso qualche deroga), dall’altro c’è quello dell’inesistenza di una viabilità adatta a sopportare il traffico in uscita dal casello di Casirate d’Adda diretto nel Cremasco. E sul banco degli imputati ci finisce la Provincia di Cremona con l’attuale amministrazione “assente ed inerme”, dicono i sindaci, nelle trattative con la Provincia di Bergamo per concordare un piano di sviluppo comune.
Piano che c’era e che era stato firmato il pompa magna tra le due Province e la Regione Lombardia. Al tavolo si erano seduti, a Vailate, gli allora presidenti Giuseppe Torchio per Cremona, Valerio Bettoni per Bergamo e l’assessore regionale Davide Boni per siglare un Piano territoriale denominato dell’Alto Cremasco. Un piano che di fatto avrebbe dovuto portare ad una collaborazione tra i due territori, in modo da evitare al Cremasco di subire l’opera e il traffico in toto. Un Piano che è fermo da anni in un cassetto.
“Era il primo Piano nel suo genere, e avrebbe permesso di realizzare una viabilità adatta. Invece ora quei comuni si troveranno sovraccaricati di traffico, perché nessuno ha più pensato a mandarlo avanti. Era un piano studiato per trovare una sinergia con la Provincia di Bergamo ed evitare al Cremasco di subire le decisioni degli altri. Conteneva elementi di sviluppo: strade, ciclabili, ma purtroppo tutto è fermo da anni”, ha detto Alloni. Opinione condivisa. Pronte infatti delibere di giunta per chiedere alla Provincia di Cremona di darsi una mossa e ridare slancio al Piano d’Area.
“La Provincia in questi anni è stata completamente assente – esordisce il sindaco di Capralba, Pierluigi Lanzeni – nonostante sia stata sollecitata più volto da noi sindaci, non ha mai reagito, e, anzi, ha ridato la palla in mano ai comuni. Ora con i comuni di Vailate e Quintano, abbiamo deciso di approvare delle delibere, degli atti ufficiali, per sollecitare la Provincia. Capralba se non verrà trovata una soluzione sarà sommersa dal traffico, che è già aumentato in maniera esponenziale. Per questo vogliamo che si riparta con il colloqui anche con Bergamo. Si deve trovare una soluzione che potrebbe essere anche la riqualificazione della Sp2, perché il problema è serio. In tutti questi anni è mancata una cabina di regia”.
A determinare uno stop anche la decisone di Pieranica e Torlino di lasciare il Piano d’Area. Decisione che però, secondo il sindaco di Vailate, Pierangelo Cofferati non può bloccare l’intero progetto. “Il nostro atto di giunta servirà a sollecitare la Provincia a riprendere il progetto. Chiederemo che l’area industriale esogena venga prevista a Vailate, che si trova vicino al casello, il che sgraverebbe l’Ente provinciale dai costi di eventuali strade. Se invece dovesse essere posta al centro dei comuni del Piano allora si sarebbe necessaria una nuova viabilità”. Per il momento le delibere sono allo studio. E il 2014 si avvicina, con il rischio che, di questo passo, l’autostrada verrà aperta prima che i sindaci e Provincia possano trovare un accordo per far ripartire quel Piano. Primo accordo tra due territori lombardi, sottoscritto dalla Regione stessa. E fermo al palo ormai da anni.
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