Tribunale, si prepara la manifestazione
E intanto dipendenti e avvocati vivono
nel limbo senza certezze sul futuro
Tribunale, si prova il tutto per tutto per salvarlo. E’ prevista per settembre la chiusura del presidio di Crema, ma i rappresentanti delle istituzioni non si arrendono così come gli avvocati che stanno cercando in ogni modo di impedire che Crema resti, come dicono, senza giustizia. E intanto avvocati, dipendenti e i tanti professionisti che ogni giorno lavorano per il tribunale, anche come consulenti per le varie cause, vivono nel limbo. Una attesa per sapere quale sarà il proprio futuro che a volte diventa snervante.
Basta fare un giro nel foro cittadino e raccogliere le impressioni e i pensieri per capire come ci sia un grosso punto di domanda sul quello che ha da venire. A partire dalle tante cause che ogni passano nelle aule (si parla di oltre 500 iscritte dal primo gennaio) e che spesso vengono rinviate. Ma rinviate dove? Si chiedono gli avvocati, che a sei mesi dalla prevista chiusura non sanno ancora nulla di certo. “Stamattina avevo un procedimento penale – spiega l’avvocato Rosaria Italiano – che il giudice ha rinviato al 25 ottobre prossimo. Gli avvocati della controparte non erano cremaschi e subito hanno chiesto se ad ottobre dovranno presentarsi a Crema o a Cremona. A sei mesi dalla dato di chiusura non sappiamo nulla né di dove andremo né di cosa faremo. E questo è un pensiero condiviso da chi lavora qui e anche in procura”.
“Chiudere la struttura fisica vuol dire togliere la giustizia. Il buttar via la struttura vuol dire abbandonare un certo il servizio giustizia, renderlo più caro e meno accessibile. Non solo per gli avvocati non solo ma anche il personale i professionisti che ci lavorano. Il tribunale virtuale non c’è ancoram né a Crema, né a Cremona e neppure in nessuna altra parte d’Italia. Mi piacerebbe che l’onorevole Pizzetti passasse a Crema il giovedì, quando si concentrano tutte le cause, quelle civili, i fallimenti, i divorzi per capire il lavoro che fa questo tribunale. Qui non si tratta di campanilismi e di costi da tagliare, ma di buttare via la giustizia”.
E proprio per domani, sabato, alle 11 è prevista una manifestazione di fronte al presidio di Crema, organizzata dalle forze politiche a dai gruppi consiliari della maggioranza. Dal Pd a Sel, alla Federazione della Sinistra, Italia dei Valori, lista civica Obiettivo Crema, lista Crema bene comune, lista Impresa & Lavoro e Anpi.
“Mentre il consiglio dell’ordine degli avvocati di Crema, proprio questa mattina, sta incontrando presso la sede del comune i neoparlamentari eletti del territorio cremasco insieme alle istituzioni cittadine, al fine di verificare le iniziative da mettere in atto per scongiurare l’imminente ipotesi di accorpamento del Tribunale di Crema a quello di Cremona. Siamo convinti che il tribunale di Crema vada salvato perché, come tutti i tribunali, è e deve rimanere strumento di difesa dei diritti di tutti i cittadini”, spiegano gli organizzatori.
Il tribunale è stato oggetto anche di una interrogazione di Antonio Agazzi, capogruppo di Servire il cittadino, che chiede al sindaco se veramente abbia intenzione di combattere per la salvaguardia del foro. E se non sia intenzionata a rilanciare la proposta di aggregazione con il tribunale di Treviglio.
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