Cultura

Teatro, per il presidente verifiche
in corso sul mandato. E le minoranze
‘chiedono la testa’ di Elisa Marinoni

“Letto un certo resoconto mediatico mi vien da dire: le dimissioni non si minacciano, al limite si danno…”. Poche parole sulla pagina Facebook di Antonio Agazzi con un chiaro riferimento al caso San Domenico, scoppiato in merito alla nomina del direttore artistico, che hanno portato il presidente Giovanni Marotta a presentare le dimissioni respinte dal Cda l’altra sera. Ma come aveva preannunciato in conferenza stampa, il presidente stava meditando ancora se dimettersi o meno.

E così ieri nel pomeriggio ha richiesto ancora una verifica in merito al suo mandato. A renderlo noto lo stesso Marotta con un commento allo stato di Agazzi sul social network.

“Sono completamente d’accordo, infatti leggendo bene si vede che ieri sera ho rimesso il mandato nelle mani del CDA, dal quale sono stato riconfermato all’unanimità. La seconda verifica, è stata richiesta questa sera alle 16,30. Vedremo l’esito. Sempre nel resoconto mediatico chiedevo di documentarsi prima di fare commenti. Scusate l’intrusione”. Contattato telefonicamente il presidente spiega che ha effettivamente avviato altre verifiche, non più con il Cda, ma non si sbilancia oltre. “Sì, ho iniziato altre verifiche ma preferisco non parlarne finché non saranno concluse”. Che siano con tutti i soci o solamente con il comune quindi per il momento non è dato a sapere

Un botta e risposta che si è poi concluso con un invito per un aperitivo. Si chiuderà così la polemica tra il consigliere comunale Agazzi e il presidente Marotta?

Agazzi ha infatti immediatamente risposto augurandosi che il presidente possa continuare il suo mandato, ma non mancando di ricordare che  “la Fondazione ha, tra i Soci, anche enti Pubblici che erogano contributi. In democrazia ciò significa che gli eletti dal popolo hanno il diritto-dovere di commentare, criticare, informandosi come possono. E se qualcosa diviene di dominio pubblico perché stupirsi? Anche voi, come gli Enti Locali, dovreste essere una casa di vetro e, del resto, quando a una riunione presenziano più di due persone e’ probabile che qualche velina esca, può spiacere ma e’ così. Io ho strumentalizzato? Ho fatto il mio dovere, commentando un resoconto mediatico”.

Ribadito quindi l’invito a informarsi prima di criticare. Invito che il presidente aveva già lanciato in mattinata. “A volte non è facile documentarsi, ma nel caso specifico lo sarebbe stato, bastava una telefonata ed avrebbe avuto tutte le informazioni (Altri lo fanno), poi naturalmente avrebbe potuto ugualmente procedere con i suoi commenti in base al suo punto di vista. Relativamente alla trasparenza la Fondazione è sicuramente su questa linea, ci siamo presentati alla Commissione di Garanzia anche per il Teatro, anche se come regola avremmo dovuto farlo solo per il Folcioni, ma lo abbiamo fatto con piacere. A tal proposito mi piacerebbe che le eventuali critiche vengano fatte al completamento dell’analisi, e non quando il quadro è ancora parziale. Anch’io penso di aver fatto il mio dovere con queste precisazioni”.

Che sia chiusa è poco probabile visto che stamattina, venerdì, Agazzi rincara la dose ancora sui social network. “Non se ne può più della presunzione di imprenditori e/o dirigenti d’Azienda prestati alla res publica = cosa pubblica, insofferenti nei riguardi della democrazia, con cui evidentemente non sono abituati a fare i conti, incapaci di comprendere un dato elementare: la Fondazione San Domenico ha, tra i propri Soci, anche Enti Pubblici o Società’ Partecipate dai medesimi: il Comune di Crema, la Provincia di Cremona, S.C.R.P., i quali, per altro, erogano cospicui contributi,soldi dei cittadini contribuenti”.

E ancora: “Se nel C.d.a del San Domenico siedono rappresentanti nominati, con votazione, dal Consiglio Comunale di Crema o indicati dalla Provincia di Cremona piuttosto che da S.C.R.P., ciò legittima un’azione di controllo e di valutazione pubblica da parte degli eletti dal popolo. So che nelle Loro Aziende non funziona così, ma la democrazia e’ qualcosa di forse più complesso di una gestione aziendale”. Agazzi chiude chiedendo ancora una volta un bando pubblico per la scelta di persone per certi incarichi.

E  LE MINORANZE ‘CHIEDONO LA TESTA’ DI ELISA MARINONI

Fondazione San Domenico, monta la polemica. Dopo le dichiarazioni del presidente Giovanni Marotta, a gettare benzina sul fuoco sono i consiglieri di minoranza, Laura Zanibelli del Pdl, Antonio Agazzi di Servire il cittadino e Paolo Patrini di Solo cose buone per Crema.

Benché i consiglieri riconoscano l’autonomia della Fondazione, criticano il metodo di scelta del consulente. “Non solo – dicono – non è stata fatta una selezione aperta di curricula vitae, con un semplice bando o comunicazione a mezzo stampa, sul sito. Addirittura apprendiamo dalla stampa che il consigliere del CdA Elisa Marinoni ha selezionato, fortemente sostenuto, proposto la candidatura di un “esperto” (le virgolette son dovute alla non conoscenza diretta del CV) con cui intrattiene collaborazioni professionali”.

E per questo le minoranze chiedono a gran voce le dimissioni di Elisa Marinoni.

Chiediamo, a questo punto, che Elisa Marinoni, consigliere rappresentante del comune di Crema in quota Pd e quindi maggioranza, si dimetta dall’incarico, avendo dimostrato chiaramente di non seguir, prima volta in seno alla Fondazione San Domenico, criteri trasparenti e corretti, al contrario, anzi, clientelari e viziati da rapporti professionali personali”.

“Addirittura il sindaco, – aggiungono – sulle pagine odierne della stampa locale, lo conferma, dichiarando: ”Da sempre sostengo che clientelismi e familismi non devono esistere, l’ho ribadito chiaramente anche ai vertici della Fondazione”.

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