Cultura

San Domenico, Coffetti direttore artistico
Marotta furioso con la politica
minaccia di lasciare

Enrico Coffetti è il nuovo direttore artistico del San Domenico per un anno. Non più consulente ma direttore. A rinominarlo con una carica più incisiva, il Cda della Fondazione, dopo tre mesi dalla scadenza del suo contratto avvenuta lo scorso 31 dicembre. Ad annunciarlo ufficialmente alla stampa, dopo le indiscrezioni di questi ultimi giorni che vedevano in pole-position il cremonese Pierfrancesco Pisati, un furioso presidente Giovanni Marotta.

Quest’ultimo mal ha digerito le indiscrezioni degli ultimi giorni, e le polemiche dovute al conflitto di interessi di Pisati in quanto collaboratore di Elisa Marinoni, attrice e membra del Cda che di fatto avrebbe dovuto nominare Pisati. Lo strascico di polemiche relative proprio a questo conflitto di interessi non è piaciuto al presidente, che, durante la seduta del consiglio di amministrazioni è arrivato a rimettere il suo mandato nelle mani dei consiglieri. Dimissioni respinte, ma polemica non rientrata, visto che qualcuno tra i consiglieri, molto probabilmente scontento della nomina, ha immediatamente resa nota la scelta del nuovo direttore ad un organo di stampa. Mossa che ha portato il presidente Marotta a rendere pubblica tutta la sua amarezza e a ipotizzare le dimissioni dal suo ruolo.

“Che la politica cerchi di avere visibilità sfruttando il San Domenico è vergognoso – ha esordito – Le critiche sono bene accette se sono costruttive, ma non se fatte da chi si vuole riempire la bocca e parlare a vanvera. A questi dico prima di parlare informatevi. Si è parlato di fare un bando pubblico dopo la proposta di elezioni di Pisati, ma di bandi fatti ad hoc per scegliere determinate persone ce ne sono a migliaia, quindi se avessimo veramente voluto scegliere Pisati avremmo potuto farlo in questo modo, ma visto che la sua candidatura era decaduta il 22 febbraio non abbiamo ritenuto di fare bandi, ma preferito scegliere all’interno del Cda. Non si capisce – aggiunge – questa polemica creata ad hoc dopo che la questione era risolta, evidentemente uno dei consiglieri che ieri sera mi ha dato la fiducia rema da un’altra parte. Ribadisco che l’ente sovrano per le scelte è il Cda, non accettiamo intromissioni dalla politica, pena, o forse per qualcuno fortuna, che io mi dimetta. E a questo proposito prendo qualche giorno per riflettere”.

Ma perché l’esclusione di Pisati e il ritorno in auge di Coffetti?

“Abbiamo scelto Coffetti perchè tra le candidature pervenute (tra queste quella di Mara Serina), abbiamo preferito scegliere chi già conosceva l’ambiente per averlo operativo da subito, anche se dopo il suggerimento di Antonio Agazzi in quel senso, non eravamo più sicuri fosse la persona adatta – ha ‘ironizzato’ il presidente Marotta – Perchè decaduta la scelta di Pisati? Sia per il conflitto di interessi anche se a gestirlo nel caso non sarebbe stata la Marinoni, sia per l’impossibilità di fare a chi non ha partita Iva il tipo di contratto previsto per quel ruolo”.

Il presidente spiega che a dicembre il Cda aveva pensato di non rinnovare l’incarico a Coffetti in quanto intenzionato a rilanciare la Fondazione puntando anche su produzioni proprie. “Volevamo dare un’altra immagine alla Fondazione, ma purtroppo per via del budget limitato, solo 15mila euro l’anno per quell’incarico, oltre a Pisati non siamo riusciti a trovare un direttore artistico che volesse assumersi il ruolo a quel prezzo. Il nostro sforzo – ha concluso Marotta – è quello di rilanciare il San Domenico. Come Cda non siamo retribuiti, anzi ce ne mettiamo di tasca nostra, quindi certe polemiche fanno male. Se qualcuno vuole venire a gestire il teatro perché pensa di poter fare meglio di noi che lo dica e si accomodi”, ha affermato Marotta. Con lui i consiglieri Gianfranco Ervin, Antonio Chessa, Maria Boschiroli e Ombretta Cé

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