Incendio: dimessi gli intossicati
Tre case inagibili, famiglia
alla Comunità Emmaus
Sono stati tutti dimessi i sei intossicati dal fumo causato dall’incendio nella palazzina di via Vittorio Veneto a San Bernardino scoppiato lunedì nel tardo pomeriggio, molto probabilmente a causa di un cortocircuito di un computer. Gli ultimi ad essere dimessi sono stati questa mattina la mamma con i due bambini che abitano nell’appartamento da dove si sono sviluppate le fiamme. Erano stati tenuti in ospedale per la notte anche su richiesta del sindaco Stefania Bonaldi che dopo aver lasciato il consiglio comunale per andare sul luogo dell’incendio si è fermata in ospedale fino a quando i sei ricoverati non sono stati dichiarati fuori pericolo. “Era ormai notte quando i medici hanno deciso che anche la mamma con i bambini potevano lasciare l’ospedale”, ha spiegato il sindaco, “ma vista la situazione e visto che non avevano più una casa dove tornare, sono rimasti nel reparto di Pediatria fino a stamattina”.
Nel frattempo i vigili del fuoco e i tecnici hanno eseguito il sopralluogo del condominio e dato il via libera a sei delle nove famiglie che hanno potuto così far rientro nelle loro case. Sono solo tre gli appartamenti che sono stati dichiarati inagibili e sono stati messi in sicurezza. Si tratta dell’appartamento da dove si sono sviluppate le fiamme e di quello sopra e quello sotto, che sono stati messi in sicurezza. Gli inquilini dovranno quindi attendere che l’Aler li sistemi prima di farvi rientro. Sia la coppia di anziani che la donna che abitano negli appartamenti sopra e sotto quello maggiormente danneggiato sono ospitati da parenti.
La famiglia composta da madre, padre e quattro figli, tra cui un piccolo di meno di un anno, saranno ospitati nella cascina della comunità Emmaus di Ricengo in attesa che la casa che l’Aler metterà loro a disposizione sarà pronta. “E’ già stato individuato un appartamento”, ha detto il sindaco, “ma per il momento mancano i mobili e devono essere riaperte le utenze, per cui grazie alle generosità della comunità Emmaus potranno restare lì fino a che la casa non sarà disponibile”.
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