La sfida dei sindaci:
“Fuori la politica
dal Cda di Scrp”
I sindaci devono tornare ad essere protagonisti nella gestione delle Partecipate. Parte della nomina del nuovo Cda di Scrp la “crociata” dei primi cittadini per tornare a decidere nelle società delle quali sono soci. “Fuori la politica da Scrp”, potrebbe essere lo slogan, non amato dai sindaci, anche se di fatto è quello che chiedono anche nel documento indirizzato a tutti i 48 comuni soci della Società Cremasca reti e patrimoni. La holding che guida tutte le società del territorio e che partecipa a Linea Group Holding con il 9% delle quote societarie.
A lanciare l’appello, i sindaci del comitato ristretto, capitanata da quello di Crema, Stefania Bonaldi. Al suo fianco i sindaci di Pandino, Donato Dolini, Spino d’Adda, Paolo Riccaboni, Soncino, Francesco Pedretti, Ripalta Guerina, Gian Pietro Denti, Dovera, Franco Mosetti. Assenti ma comunque d’accordo, il sindaco di Bagnolo Cremasco, Doriano Aiolfi, quello di Castelleone, Camillo Comandulli e quello di Agnadello, Marco Belli. La sfida: arrivare ad aprile alla nomina del nuovo Cda di Scrp, con una proposta condivisa da tutti i sindaci, considerando anche il fatto che per via delle Spending Review il Cda sarà composto da cinque membri dei quali tre da scegliere nell’organico della società o delle società gestite e due esterni. Un Cda, come ha sottolineato il sindaco di Spino d’Adda, che “deve rispondere ai sindaci e non ad altri. devono capire che i sindaci come li hanno messi lì possono revocar loro l’incarico”.
Un percorso che alcuni amministratori stanno portando avanti da tempo, addirittura, dicono Denti e Pedretti, dal lontano 2006, senza mai riuscirci. Ora l’ardua sfida è riuscire a non farsi calare dall’alto, dai partiti in pratica, le nomine. L’inizio di una nuova stagione, un azzardo, che, ha specificato il sindaco Bonaldi, “rientra nella politica dell’azzeramento. Tutte le società sono sul piatto, è un’azione a 360 gradi”. “Una sfida non facile ma i sindaci hanno deciso di lasciare perdere certe dinamiche”, ha insistito Cavalli. Una sfida che vuole riportare al centro il bene dell’utente, cioè del cittadino.
Sul piatto anche il futuro di Scs Servizi Locali. Liquidazione? “Dobbiamo vedere i bilanci, dobbiamo capire se ha ragione di esistere oppure no”, ha detto Bonaldi. “Se il bilancio sarà negativo andrà liquidata”, ha fatto eco Denti. Sul tavolo anche altre partite: come le nuove caserme e la gestione delle caserme esistenti sul territorio. Caserme che in alcuni casi (vedi Romanengo o Montodine) hanno bisogno di manutenzione, se non di essere costruite nuove. Anche questa è una importante partita che i sindaci dovranno affrontare.
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