L’inverno porta freddo e gelo
Strutture Caritas tutte esaurite
Occupati i 27 letti e 10 appartamenti
Nella foto, di repertorio, un dormitorio pubblico
L’inverno è arrivato portando con sé temperature gelide che nelle notti scorse hanno sfiorato i -10° centigradi. Un freddo pungente soprattutto per coloro che sono costretti a vivere per strada. Chi per scelta, chi per bisogno, il fatto è che dormire all’aperto in questo periodo dell’anno, oltre a non essere confortevole, rischia di essere anche pericoloso. E’ di qualche giorno fa la segnalazione al sindaco Stefania Bonaldi in merito ad una persona vista trascorrere la notte sotto i portici del comune. Ma pare non essere l’unico caso. Sembra infatti, che ci siano intere famiglie costrette a vivere in macchina perché rimaste senza casa a causa della crisi e della perdita di lavoro.
PRIMA ACCOGLIENZA: LETTI ESAURITI
Attiva come sempre per cercare di dare ospitalità a chi ne ha bisogno è la Caritas Diocesana. Ventisette i posti letto nella casa di prima accoglienza. Ventisette i posti occupati tutte le notti. Così come sono occupati i dieci appartamenti di seconda accoglienza. A spiegare la situazione è il responsabile Claudio Dagheti.
«La nostra struttura di prima accoglienza è piena, abbiamo 27 posti per uomini e sono tutti occupati. Per le donne invece c’è l’accoglienza da Suor Gisella. Probabilmente ci saranno persone che dormono per strada, ma purtroppo noi pù di così non possiamo accogliere, rischiamo di sovraccaricare la nostra struttura. Sono completamente pieni anche i dieci appartamenti della seconda accoglienza»
L’EMERGENZA E’ FINITA, MA LA SITUAZIONE NON MIGLIORA
Un dato è positivo, se di situazione positiva si può parlare. In pratica, rispetto allo scorso anno, in cui la situazione alla Caritas era definita di emergenza, quest’anno il numero di persone che si rivolge alla associazione diocesana per chiedere aiuto è stabile.
«La cosa buona è che non arrivano nuove persone a chiedere aiuto, ma non c’è neppure un calo: la situazione è stabile. Se l’anno scorso eravamo in una fase emergenziale perchè raddoppiavano i numeri, ora rimangono uguali. non siamo più in aumento», sottolinea Dagheti.
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