Acqua, ‘Sì trasversale
alla mozione Lega’
L’invito del Comitato
“La mozione presentata dalla Lega è l’occasione per un’azione trasversale di diverse forze politiche verso l’acqua pubblica”. Commenta così il Comitato Acqua Pubblica di Cremona la situazione che si sta delineando in consiglio provinciale dove la Lega Nord, dopo aver ricevuto il voto contrario di Pdl, Pd e Torchio sulla mozione che chiedeva che la ‘la parte pubblica del gestore fosse rappresentata da un unico soggetto giuridico partecipato dagli enti locali o da società integralmente possedute da un unico ente locale’, ha presentato un’altra mozione, stavolta per la gestione ‘in house’, ossia pubblica. La mossa, già annunciata dalla Lega in consiglio e ribadita durante una conferenza stampa, ha scatenato forti tensioni nel centrodestra e prese di posizione nel centrosinistra con Torchio e Rifondazione pronti a votare con il Carroccio e il Pd tentato al ‘sì’, nonostante la contrarietà sulle premesse. “In questi anni – ha detto Giampiero Carotti del Comitato in conferenza stampa – c’è stata ambiguità da parte di tutte le forze politiche sul tema dell’acqua. Finalmente è arrivato il momento di un atto di indirizzo forte e chiaro che impegna l’Ufficio d’Ambito e il Consiglio a favore della gestione completamente pubblica del servizio idrico”.
“Un altro elemento positivo della mozione della Lega – ha continuato Carotti – è la partecipazione diretta dei comuni, quindi dei sindaci e senza Spa. Aspetto importante per la vicinanza del servizio alla cittadinanza, per un maggior controllo da parte dei comitati e degli amministratori, per garanzia di trasparenza. Solo una precisazione: la partecipazione dei comuni non serve se c’è la gestione mista pubblico-privata. Lo sottolineiamo perché nella mozione della Lega si legge che il Cda Ato ha ritenuto accettabile ‘in seconda battuta, un “modello di società mista” a condizione che la parte pubblica mantenga la maggioranza, uno stretto controllo e la capacità di guidare le scelte aziendali ed il socio privato sia un partner esclusivamente industriale-finanziario qualificato’. Questo ci preoccupa: non vorremmo che entro il 18 dicembre, data del Consiglio provinciale, la Lega accettasse il compromesso di una società mista a fronte della partecipazione diretta dei comuni. Per noi, lo sosteniamo con forza, la società deve essere pubblica ad ogni costo. I cittadini non permetterebbero una soluzione diversa”.
Altra osservazione espressa dal Comitato quella relativa alla citazione della normativa presente nella mozione leghista: “Invitiamo la Lega – dicono i membri del Comitatato – ad aggiungere al riferimento all’art. 150, c. 3, d.lgs n. 152/2006, anche quello alla normativa europea per dare più forza al testo presentato”.
“Se la mozione passerà – continua il Comitato – partirà un percorso nuovo che finalmente darà ascolto ai sindaci che premono per la soluzione della gestione pubblica. Dai sentori abbiamo inteso che c’è una certa disponibilità delle forze politiche a convenire sulla mozione della Lega. E’ il momento dell’azione politica, della decisione trasversale da noi sempre auspicata. Diciamo di più, il Comitato è disponibile a svolgere un ruolo di facilitatore al tavolo dei partiti”.
E se la mozione non passasse? “Ci sarebbe ancora il voto del Consiglio sul piano d’ambito – dice Carotti – nella consapevolezza che bisogna vedere se la Regione l’ha nel frattempo modificato, se le province verranno effettivamente tagliate. Se il piano venisse votato, ci sarebbe il ricorso al Tar a cui stiamo fermamente pensando e il percorso per arrivare alla gara sarebbe lungo. Se passasse la privatizzazione o la gestione mista, in ogni caso, il Comitato si trasformerebbe in un cane da guardia con controlli sul privato”. Già annunciato per il 18 dicembre, giorno in cui ci sarà il voto sulla mozione della Lega, un presidio sotto il palazzo della Provincia.
ALLARME DEL COMITATO SULLE UTENZE STACCATE
Il Comitato Acqua Pubblica ha voluto dedicare parte della conferenza stampa anche ad un’emergenza rilevata recentemente, quella delle utenze di acqua, luce e gas tagliate alle persone inadempienti nei pagamenti. “E’ un atto di inciviltà – dice il Comitato -. Un’azione che calpesta diritti fondamentali per esigenze di bilancio. Stiamo avendo notizia e ci stiamo occupando di decine e decine di casi in città e sul territorio, quasi un centinaio. Spesso sono anziani soli o famiglie con bambini che si trovano ad affrontare il freddo dell’inverno senza luce, gas e soprattutto acqua. Il Comitato è dalla parte di queste persone, a favore di piani di rientro per pagare le bollette e a favore delle rateizzazioni. Ma situazioni come queste devono far pensare: è il fallimento di società votate al profitto. Il fenomeno esige una risposta chiara dalla politica, dall’amministrazione comunale. In altre città si sono trovate delle soluzioni. Non si tratta di fare la carità, ma di difendere un diritto. Ci muoveremo per sensibilizzare la cittadinanza su questo tema e per aiutare concretamente le persone coinvolte in questa emergenza (per esempio istituendo un numero di telefono, uno sportello di aiuto per questi casi)”.
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